Con la mancata adesione di Mediocredito FVG al Protocollo del M.E.F. la giunta Tondo conferma che non è in grado di mettere in atto gli strumenti necessari a sostenere le imprese.
La mancata adesione di mediocredito FVG all’accordo sottoscritto il 23 febbraio 2011 dal Ministero dell’Economia delle Finanze dall’Associazione Bancaria Italiana (ABI) e dalle Associazioni di categoria delle imprese che individua nuove misure in favore delle imprese sane, e con prospettive di crescita, finalizzate al riequilibrio della struttura finanziaria e all’ampliamento dell’accesso al credito comporta per le aziende del Friuli Venezia Giulia, comporta il rischio di vedersi negare dal sistema creditizio pubblico tali opportunità.
Si chiede quindi a Tondo come intenda garantire le possibilità di consolidamento aziendale mirate a promuovere la ripresa e lo sviluppo delle attività con percorsi agevolati in merito all’ammortamento dei mutui e alla concessione di finanziamenti bancari per la ricapitalizzazione delle imprese non fanno che aumentare preoccupazioni e sfiducia nei confronti del governo regionale che non è in condizione di fissare gli obiettivi e indicare le scelte strategiche dei propri bracci operativi come, in questo caso, Mediocredito FVF.
Il mancato impegno formale di Mediocredito FVG va a sommarsi negativamente ai ritardi accumulati nella predisposizione delle pratiche relative all’erogazione delle domande di contributo a valere sui bandi ex L.R. 4/2005 (cd “Bertossi”).
Le lentezze relative alla liquidazione delle suddette pratiche, attualmente istruite da Mediocredito Centrale di Roma, mentre prima venivano affidate a Friulia , comportano per tante aziende il rischio di non riuscire a sviluppare i loro progetti coerentemente come avevano prospettato inizialmente in sede di presentazione delle domande.
Da tempo auspichiamo che le imprese possano disporre al più presto degli incentivi e degli strumenti creditizi necessari ad affrontare le situazioni di difficoltà finanziaria dovute alla crisi e a sostenere e rilanciare i loro processi di sviluppo.
La produzione di qualità e la valorizzazione delle idee delle vocazioni produttive e delle risorse specifiche del territorio non possono più tollerare le lungaggini e l’incapacità del governo regionale di mettere in atto strumenti efficaci e risolutivi della congiuntura economica.
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