Iacop: “Tondo, ostaggio di Fontanini e della Lega, non vuole bloccare le elezioni provinciali di Udine pregiudicando così il processo di riforma degli enti locali”.
Solamente grazie al senso di responsabilità si è potuta svolgere l’odierna seduta della V^ commissione consiliare per proseguire l’esame delle proposte di legge tese a procedere all’approvazione urgente di un provvedimento che non pregiudichi la possibilità di concretizzare la riorganizzazione del sistema istituzionale Regione–Autonomie locali con particolare riferimento allo svolgersi delle elezioni per il rinnovo dell’Amministrazione provinciale di Udine.
Si è purtroppo avuta la conferma che non esiste la volontà da parte del maggioranza di centrodestra nel procedere ad alcun processo di riforma anzi, Tondo, dopo numerosi proclami equivoci e gli annunci propagandistici – afferma Iacop – rimane ostaggio di Fontanini e della lega rinunciando, di fatto, ad attuare una riforma compiuta riguardo la riorganizzazione degli enti intermedi.
Il processo di razionalizzazione delle province e delle loro funzioni nella Regione Friuli Venezia Giulia – continua il consigliere regionale del Pd – deve per forza collegarsi alle disposizioni previste dalla Legge di stabilità 2013 (L. 228/2012) che, al fine di consentire la riforma organica della rappresentanza amministrativa locale, prevedono il differimento di un anno delle province già commissariate e il commissariamento di quelle in scadenza nell’anno 2013.
La nostra Regione non può rimanere arretrata rispetto alle disposizioni di legge nazionali – sostiene Iacop – e deve perciò prevedere che la Provincia di Udine non proceda al rinnovo dei rispettivi organi elettivi, in scadenza nella primavera 2013, e in loro sostituzione venga nominato un commissario fino alla definizione della riorganizzazione complessiva prevista con apposita legge regionale.
Tondo mantenendo lo “status quo”, ovvero la possibilità per l’Amministrazione provinciale di Udine di andare al rinnovo elettorale dei suoi organi – conclude Iacop – rischia fortemente di pregiudicare, per altri cinque anni, la possibilità concreta di rendere operativi il riordino e la semplificazione del sistema delle autonomie locali.