messaggeroveneto.gelocal.it – 16 maggio 2013
Enti locali e fondi ridotti. Iacop detta l’agenda
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Udine. Le riforme sono lo spartiacque. Sono, nella volontà del centrosinistra, la differenza con il passato. Franco Iacop, neo-eletto presidente del Consiglio, ha attraversato la passata legislatura e ora deve guidare una parte del cambiamento, mediando tra le spinte della giunta di Debora Serracchiani e i conflitti che verranno a galla in Consiglio. Lui che, udinese, 52 anni, già assessore alle Autonomie locali dal 2003 al 2008 nell’era di Riccardo Illy, rappresenta una sorta di trait d’union in Consiglio tra i veterani e i debuttanti.
Tra i primi impegni dall’Aula dovranno uscire il riordino delle leggi regionali, delle società Partecipate e del sistema istituzionale con l’eliminazione delle Province, tanto che già il prossimo anno quella di Pordenone (in scadenza) potrebbe essere commissariata. Ma novità sono attese anche sui costi della politica. Iacop fissa partenza e arrivo. Presidente, nel suo discorso d’insediamento ha sottolineato che la Regione dovrà fare poche leggi, ma buone.
Da dove comincerete?
«Abbiamo in mente una semplificazione del quadro normativo che dovrebbe portare alla sburocratizzazione e alla riduzione di procedure, come più volte evidenziato dalla presidente Serracchiani. Attueremo quindi un processo di delegificazione e lavoreremo anche sui testi unici perché il continuo ricorso alle modifiche dei testi esistenti, magari per risolvere casi particolari e puntuali, complica l’interpretazione delle norme».
La prima riforma quale sarà?
«Quella istituzionale. Riprendendo in mano il processo interrotto nel quinquennio 2003/08 va riordinato il sistema Regione-Autonomie locali superando le Province e rilanciando con forza il tema dei governi dei territori, mediante processi di collaborazione tra Comuni in forma associata, attraverso le unioni e favorendo le fusioni».
Si riparte della riforma che ideò da assessore?
«Il nuovo assessore alle Autonomie locali Paolo Panontin ha già dichiarato che quella sarà una base di riferimento. Ovviamente andrà attualizzata alle esigenze di oggi, non potrà essere riproposta tale e quale».
Ciascuna amministrazione provinciale arriverà a scadenza?
«Fintanto che le Province sono enti costituzionalmente riconosciuti, dotati di propria autonomia, sì. Il governo però ha stabilito che quelle in scadenza vanno commissariate, elemento su cui l’ex governatore Renzo Tondo ha giocato all’equivoco mandando al rinnovo la Provincia di Udine. Noi dobbiamo recepire la norma nazionale».
Quindi quella di Pordenone il prossimo anno verrà commissariata?
«Sì se recepiremo la norma. E comunque penso che Serracchiani indicherà la riforma degli enti locali come uno dei primi impegni».
I soldi ai gruppi sono congelati. Cosa farete?
«Abbiamo nuove norme con cui sono stati dimezzati i fondi, da 2 milioni a uno, e che prevedono nuove forme di controllo. Nei prossimi Uffici di presidenza del Consiglio affronteremo il tema dell’assegnazione delle risorse perché i gruppi devono poter funzionare. Ci confronteremo con la legge Monti che contiene una serie di indicazioni, che privilegia, ad esempio, i gruppi più numerosi nell’attribuzione di personale e strutture e che non concede maggiori risorse ai consiglieri donne, come invece accade in Fvg. Vedremo come agire, cominceremo a parlarne da subito e produrremo una nuova legge anche in base alle indicazioni che arriveranno dalla giunta».
Eliminerete i rimborsi auto forfetizzati e le spese di rappresentanza?
«Sarà tutto contenuto nella nuova legge per il taglio dei costi della politica».
Che tempi si dà?
«Cominceremo a parlarne dalla prossima riunione dell’Ufficio di presidenza».
Anche il tema dei molti collaboratori da poter assumere crea qualche imbarazzo. Verrà tagliata qualche dotazione?
«Innanzitutto le annuncio che ho deciso di ridurre la mia segreteria da quattro a tre addetti e tutti e tre saranno già dipendenti pubblici. Sulle altre dotazioni ragioneremo in Ufficio di presidenza con tutte le forze politiche».
Come ha fatto Serracchiani e come la presidente ha auspicato, anche lei rinuncerà al fondo riservato e senza obblighi di rendicontazione?
«Sì, rinuncerò al fondo spese di 35 mila euro l’anno».
Quale altra riforma è per prioritaria?
«Quella delle Partecipate, che vanno riviste e semplificate, anche nella composizione dei cda, perché nelle sovrapposizioni di compiti generano costi e problemi. E quella delle Finanziarie per garantire il massimo sostegno all’economia regionale. L’Agricoltura, ad esempio, come ha già sottolineato il vicepresidente Fvg Sergio Bolzonello, dovrà avere accesso agli stessi strumenti di sostegno riservati alle aziende».
Qual è il suo primo impegno?
«Agire rapidamente, responsabilmente, chiedendo la collaborazione di tutte le forze politiche nel processo di riforma del sistema Regione, per renderlo trasparente, etico e responsabile».
Anna Buttazzoni