Niente spese “pazze” per Iacop e Rosolen. La Procura chiude il caso

ilpiccolo.gelocal.it – 27 settembre 2013

Niente spese “pazze” per Iacop e Rosolen. La Procura chiude il caso

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Chiesta l’archiviazione per il presidente del Consiglio regionale accusato di peculato nell’ambito dell’inchiesta sui rimborsi ai gruppi

La Procura della repubblica di Trieste ha chiesto il proscioglimento per il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Franco Iacop (Pd), coinvolto nell’indagine sulle spese dei gruppi consiliari e relativi rimborsi. A Iacop era stato notificato all’inizio di settembre un invito a comparire. Altrettanto è stato chiesto per l’ex assessore al Lavoro regionale Alessia Rosolen

L’indagine, per l’ipotesi di reato di peculato, riguardava tre ricevute di pernottamenti in albergo risalenti al 2011 e al 2012 per una spesa complessiva di 600 euro, in Tirolo, a Trieste e a Milano. All’epoca Iacop era consigliere regionale nel gruppo Pd. I documenti erano stati trasmessi alla Procura penale dalla Corte dei Conti, che non aveva avanzato contestazioni relative a danni erariali.

Iacop si era difeso sottolineando che si trattava di una penale giunta al Consiglio regionale relativa a un sopralluogo a un impianto termale, e di due pernottamenti per una seduta del Consiglio e per la partecipazione alla Bit. All’esito dell’interrogatorio davanti al pm, affiancato dal proprio avvocato Luca Ponti, Iacop ha convinto il magistrato Federico Frezza che le spese erano tutte direttamente legate al funzionamento del partito.

Alessia Rosolen era finita nei guai per una serie di spese all’estero, che poi in sede di analisi da parte del pm sono state giustificate dal ruolo della ex consigliere del gruppo misto come componente supplente del Comitato delle Regioni nella Ue. Però una “tiratina d’orecchie” il pm comunque l’ha data all’ex assessore, riferendosi alla spesa sostenuta per un soggiorno alla locanda “Re Guerriero” a Piacenza assieme al convivente, ed esponente dello stesso movimento “Un’Altra Regione”, Franco Bandelli. Rosolen nell’interrogatorio (alla presenza del difensore Maria Genovese) si era giustificata spiegando che si trattava di un raduno politico. Un argomento ritenuto però dal pm non sufficiente a giustificare il rimborso “pro quota” di 20-30 euro anche a Bandelli (non eletto in Consiglio regionale), chiesto tuttavia a detta del magistrato più per superficialità che per dolo.

La notizia dei coinvolgimento di Iacop e di altri consiglieri del Pd – anche per essi la Procura ha chiesto il proscioglimento – aveva sollevato un problema all’interno del Pd, alla luce dell’impegno sottoscritto prima delle elezioni a dimettersi in caso di avvisi di garanzia. Alla posizione della presidente del Fvg, Debora Serracchiani, che aveva ricordato l’opportunità di un «passo indietro» in presenza di questo impegno, il segretario regionale Renzo Travanut aveva dichiarato di voler attendere, per evitare di «valutare il tutto e giungere a conclusioni prima che i fatti siano conclamati».

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