Costi della politica e conti pubblici: specialità regionale a rischio

messaggeroveneto.gelocal.it – 17 febbraio 2014. Di Anna Buttazzoni

Costi della politica e conti pubblici: specialità regionale a rischio

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Due ricorsi, entrambi bocciati dalla Corte costituzionale, mettono in pericolo l’autonomia del Fvg

Udine. Due ricorsi, entrambi bocciati dalla Corte costituzionale. Entrambi i verdetti mettono a rischio la Specialità del Fvg. A lanciare l’allarme è il presidente del Consiglio Franco Iacop (Pd). I ricorsi erano stati promossi contro i provvedimenti del fu governo di Mario Monti, entrambi decisi dall’ex giunta regionale di centrodestra, guidata da Renzo Tondo. Ma, al di là dei colori, sono i motivi delle sentenze (depositate venerdì) a preoccupare.

Il primo verdetto della Consulta riguarda il disegno di legge sul taglio ai costi della politica, dove il governo ordinava atti come la riduzione di consiglieri e assessori e dei loro stipendi, la diminuzione dell’assegno di fine mandato e previsto il divieto di cumulo di stipendi. La pena per la non applicazione delle norme sarebbe stato il taglio dei trasferimenti delle risorse dell’80%.

La seconda sentenza, invece, si riferisce alle misure previste da Monti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici, inserendo deduzioni che abbassano la base imponibile delle imposte Ires, Irpef e Irap, ma la Regione vive di compartecipazioni alle imposte pagate sul proprio territorio e quindi diminuirne il gettito significa ridurre le entrate. Non solo. Monti non prevedeva compensazioni per il Fvg, Regione a statuto speciale che vive, appunto, di compartecipazioni.

La giunta Tondo stabilì di ricorrere contro entrambi i decreti legge perché la Specialità, da statuto, prevede che i rapporti finanziari tra Fvg e Roma vadano concordati. Il governo Monti non concordò nulla. I giudici della Consulta si sono pronunciati e danno ragione allo Stato, perché, in sintesi, in un particolare momento economico di emergenza e crisi il governo può saltare la concertazione.

«Toccare l’autonomia finanziaria della Regione – spiega Iacop – significa minare la Specialità. Il nostro Statuto è una legge di rango costituzionale. I rapporti finanziari tra Regione e Stato prevedono procedure concertative e accordi consensuali, non farlo richiamando la situazione contingente vuol dire svilire la Specialità. Il rapporto finanziario con lo Stato va messo in sicurezza portando la concertazione allo stesso livello giuridico della Specialità, e quindi a rango costituzionale, così che non sia più in balìa degli eventi». Oggi Iacop, insieme ai consiglieri della V commissione, incontrerà i tre rappresentanti della Paritetica di nomina regionale, mentre domani e giovedì sarà a Roma, come coordinatore dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.

Con la Paritetica Iacop esaminerà un documento, elaborato con i funzionari dell’area giuridico-legislativa del Consiglio, da presentare a Roma. «Con la Paritetica – continua il presidente del Consiglio – cominceremo a costruire un nuovo confronto con il governo per gli accordi finanziari tra il Fvg e Roma, perché le procedure concertative vanno riprese e rafforzate. E poi dobbiamo lavorare sulle nuove competenze da poter gestire invece di dare soldi allo Stato, così da alleggerire il governo, gestire compiti direttamente e con più risorse. Anche perché – aggiunge Iacop – con l’ipotesi di riforma del Titolo V della Costituzione e l’intervento sulle competenze concorrenti con lo Stato, si ipotizza che alcune materie che gestiamo, come energia e turismo, vengano riportate in capo allo Stato. Tutti questi elementi mi fanno dire che la nostra Specialità è seriamente a rischio».

La sentenza non ha riflessi sulla Regione, perché in a luglio il Consiglio regionale ha approvato, prima in Italia, la legge per ridurre stipendi, eliminare vitalizi, tagliare l’assegno di fine mandato, mentre l’ex Assemblea aveva già portato a compimento il percorso per il taglio dei consiglieri regionali, passati da 59 a 49.

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