La Vita Cattolica – 10 aprile 2014 - specialità regionale
Importante presa di posizione del presidente della corte costituzionale, Gaetano Silvestri
«Specialità insopprimibile»
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La specialità non è «mutevole nel tempo. Si basa su elementi storici stabili che non possono essere disconosciuti, tanto meno da fatti contingenti»
LA «SPECIALITÀ è un fatto e non è frutto di una volontà politica mutevole nel tempo. Essa si basa su elementi storici stabili che non possono essere disconosciuti, tanto meno da fatti contingenti»: sul tema delle riforme istituzionali che in questi giorni sono al centro del dibattito politico, con particolare riguardo alle norme che rivedono il Titolo V della Costituzione e che toccano le competenze delle Regioni, è intervenuto lunedì 7 aprile, con tutta la sua autorevolezza, il presidente della Corte costituzionale, Gaetano Silvestri. Lo hanno incontrato a Roma i presidenti dei Consigli delle Regioni speciali, con il coordinatore Franco Iacop, presidente dell’Assemblea legislativa del Friuli-Venezia Giulia, proprio per confrontarsi sul cammino delle riforme e sulla difesa della specialità.
Autonomia e responsabilità
Il presidente Silvestri ha affermato che, in senso più ampio, il regionalismo deve essere cooperativo e basarsi sul metodo della negoziazione ragionevole con lo Stato, secondo il principio della leale collaborazione. In tale contesto – ha aggiunto – le Commissioni paritetiche Stato-Regione per l’attuazione degli Statuti speciali sono molto importanti e il loro lavoro dev’essere più incisivo e maggiormente considerato, anche per far si che l’esserci zio della specialità possa evolversi adeguandosi al mutare delle condizioni specifiche del Paese e dei singoli territori. Il sistema regionale caratterizzato dalle specialità – così ancora Silvestri – si basa sugli elementi dell’autonomia e della responsabilità e trae la propria ragion d’essere da chi solo rappresenta la sovranità: la Costituzione.
Clausola di salvaguardia
Il presidente Iacop, anche a nome delle altre Regioni, ha ricordato che l’autonomia rientra nei principi fondamentali della Costituzione (art. 5) e che il principio della sussidiarietà, il regionalismo e le autonomie territoriali e locali sono espressamente previsti dal Trattato di Lisbona. Iacop ha inoltre manifestato la necessità che il disegno di riforma della Costituzione preveda una clausola di salvaguardia degli Statuti speciali, in grado bilanciare la clausola di supremazia dello Stato; per le questioni di carattere finanziario è indispensabile che le relazioni finanziarie con lo Stato si basino su una clausola pattizia costituzionalizzata, cosi da evitare i sempre più ricorrenti interventi dello Stato con legge ordinaria che violano la specialità e impediscono alle Regioni di esercitare compiutamente le proprie competenze primarie.
In Friuli-V.G. fondamentali le minoranze
Il presidente Silvestri ha espresso una valutazione molto positiva dell’incontro, che ha permesso una riflessione responsabile sulle ragioni della specialità e dell’autonomia, ricordando quanto la geografia, la storia e la presenza delle minoranze linguistiche abbiano avuto un peso nella nascita del Friuli-Venezia Giulia.
Patto tra Friuli-V.G., Trentino e Südtirol
Intanto, sempre sul tema della difesa della specialità, Trentino, Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia hanno presentato in modo compatto una proposta da discutere alla Conferenza delle Regioni di mercoledì 9 aprile. A proposito della riforma del Titolo V della Costituzione, il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, Alessandro Olivi, il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, e il presidente della Regione Friuli-Venezia, Debora Serracchiani hanno chiesto la definizione di una clausola di salvaguardia relativamente a Statuto e norme di attuazione, in modo tale che eventuali modifiche costituzionali non incidano sulle competenze delle Province e Regioni autonome, a meno che non ne riconoscano di ulteriori in capo appunto alle Autonomie speciali.