La sfida delle Riforme. La specialità non si tocca

Il Quotidiano del Friuli Venezia Giulia – 15 aprile 2014. Di Lodovica Bulian

Ieri il vertice della Conferenza delle Regioni con il ministro Boschi

La sfida delle Riforme. La specialità non si tocca

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IACOP: L’AUTONOMIA NON È NEGOZIABILE, CONDIZIONE SU CUI NON SI TRATTA. PRESENTATI DUE EMENDAMENTI CONGIUNTI TRA FVG , VAL D’AOSTA, TRENTO E BOLZANO

Continua il dialogo delle Regioni sulle riforme istituzionali del Governo Renzi: in vista dell’iter parlamentare della riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione che prenderà il via quest’oggi in Commissione, ieri il ministro Maria Elena Boschi ha incontrato i rappresentanti delle assemblee elettive del Paese, in una seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni. Il tempo stringe e se, come ha detto il ministro, si vuole rispettare la tabella di marcia che fissa al 25 maggio la lettura del ddl, bisognerà mettere tutti d’accordo.

Giunte e Consigli regionali hanno già inviato i propri emendamenti al Governo: lo hanno fatto in modo congiunto Fvg e Val D’Aosta, con le Province Autonome di Trento e Bolzano che hanno concordato due emendamenti secondo cui l’adeguamento degli Statuti speciali deve avvenire «previa intesa» per qualsiasi tipo di modifica e senza alcun automatismo normativo. Perché le Speciali non si toccano. E occorre rafforzare il ruolo delle autonomie nel nuovo Senato, oltre che ridefinire le competenze Stato Regioni attraverso una legge bicamerale. Sono queste infatti le richieste ribadite ieri anche dalla presidente del Fvg Debora Serracchiani, dal vice Bolzonello, e dal presidente del Consiglio regionale, Franco Iacop. L’emendamento delle speciali prevede anche che «l’esercizio della funzione legislativa e amministrativa in materie o funzioni di competenza esclusiva statale, per le Regioni a Statuto speciale e per le Province autonome di Trento e Bolzano possono essere delegate, anche su richiesta delle stesse, previa intesa, con norme di attuazione, secondo le previsioni dei rispettivi Statuti». Dunque le Autonomie potrebbero, sempre attraverso l’intesa preventiva, assumere nuove potestà legislative anche in settori oggi di competenza esclusiva dello Stato. Serracchiani, commentando la consegna dei due emendamenti ha parlato di «risultati concreti», perché «il Friuli Venezia Giulia sta dialogando in modo proficuo con il Governo, dimostrando con argomenti chiari e convincenti che le nostre competenze legislative fondano su ragioni tuttora molto solide, che giustificano la tutela formale e sostanziale della specialità - ha detto -. Abbiamo chiesto al Governo e al Parlamento di far propria questa visione, seguendo con coraggio la strada al federalismo, soprattutto laddove è stato sperimentato che le Autonomie hanno saputo essere virtuose, anche prendendo l’iniziativa di fare le riforme cominciando da se stesse». Per questo non si retrocede su un’autonomia che «non è negoziabile e non lo sono le forme e le condizioni particolari delle Regioni a Statuto speciale» ha avvertito Iacop a Roma. Ecco che dunque nelle relazioni tra Stato e Regione il modello da perseguire è quello «collaborativo e consensualistico, anche nell’intento di evitare che incrinature della specialità e non a scapito delle altre autonomie» ha affermato Bolzonello ricordando che «la differenziazione delle competenze è un elemento che può assecondare le legittime aspirazioni di maggior autonomia che provengono da diverse parti del Paese». Anche perché è bene non dimenticare nemmeno che «alcune manovre di finanza pubblica adottate dallo Stato centrale hanno comportato per la nostra Regione una pesantissima riduzione delle entrate di natura tributaria, ad invarianza delle funzioni e dei compiti assegnai per Statuto». Non ci sarà dunque riforma condivisa sul Titolo V se non a due condizioni: «La clausola di salvaguardia della specialità, e la garanzia della specialità finanziaria, aggiungendo un comma all’articolo 116».

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