(ACON) Trieste, 26 mag – MPB – Il presidente Franco Iacop, per l’esordio del suo intervento, ha scelto le parole pronunciate il 26 maggio 1964 dal primo presidente, Doro de Rinaldini, ed ha concluso richiamando il messaggio augurale del vescovo di Trieste, mons. Santin, alla vigilia dell’insediamento. Due parentesi di cronaca storica entro le quali il presidente ha ripercorso i passi di un viaggio che dura da cinquant’anni, ma che ha radici lontane, in Aquileia romana e nel Patriarcato aquileiese, antesignano della dimensione europea e internazionale di queste terre, senza dimenticare il Parlamento del Friuli.
Cinquant’anni durante i quali – ha scandito Iacop – con impegno, lungimiranza, passione, senso di responsabilità, spirito riformatore, senso della comunità sono stati affrontati i problemi veri del confine orientale della Venezia Giulia e le laceranti divisioni ricomposte con il diffondersi dello spirito europeista; impegno senza il quale non sarebbe stato possibile, negli anni Sessanta, creare gli strumenti che avrebbero tolto questa regione da situazioni di forte disagio economico e sociale e arretratezza, per farla divenire una delle più avanzate in campo nazionale ed europeo, con il concorso del mondo economico e imprenditoriale, delle istituzioni, di tutte le parti sociali, delle minoranze etnico-linguistiche, delle comunità religiose, del grande mondo delle associazioni e del volontariato; uno spirito unitario e cooperativo in ambito locale e regionale e nel rapporto leale e costruttivo tra Comuni, Regione, Stato e Comunità internazionale senza il quale non sarebbe stato possibile gestire l’emergenza del terremoto del 1976 e, negli anni successivi, quella che a buon diritto potremmo chiamare l’epopea della ricostruzione, e poi consolidare il processo di sviluppo economico e dei servizi alla persona, collocare stabilmente la Regione sulla scena internazionale, esercitare con responsabilità e sussidiarietà l’autonomia, la specialità e il federalismo.
Un percorso delineato per dire che:”Quando gli altri si sono fidati di noi, la fiducia è sempre stata ricambiata”; per sottolineare che l’autorevolezza dell’istituzione regionale non può alimentarsi solo dei successi del passato, ma va costruita disegnando e gestendo un quadro moderno di riforme che siano espressione autentica dell’autonomia e della specialità; per chiedere infine che lo Stato consenta di esprimere tutte le nostre potenzialità.
“In questa Aula – ha ricordato il presidente – abbiamo sempre creduto nei principi fondamentali della Carta costituzionale: l’autonomia, le minoranze linguistiche e la sovranità nazionale limitata dai trattati internazionali ai quali ci riconduce oggi il trattato di Lisbona che considera la sussidiarietà, la potestà legislativa regionale, le autonomie territoriali e locali elementi costitutivi delle politiche nazionali ed europee. “L’autonomia, in quanto principio fondamentale, non è negoziabile.
“Essa, con le forme e condizioni particolari che costituiscono la specialità, contribuisce a perseguire gli interessi nazionali: quanto sperimentato e realizzato in questa regione ne è testimonianza. Sistema socio-sanitario, dei trasporti, delle autonomie locali, sono tutti settori sotto la piena responsabilità politica e finanziaria della Regione, con benefici diretti non solo per il territorio amministrato ma anche per lo Stato.
“Nessun privilegio, quindi, bensì applicazione avanzata dei principi di sussidiarietà e della governance multilivello. “Condividiamo la necessità di cooperare tra i diversi livelli di governo, però registriamo una situazione paradossale per cui, con legislazione statale ordinaria, per far fronte alla grave crisi economica e della finanza pubblica, vi è una progressiva riduzione dei margini di autonomia finanziaria regionale, che si traduce in forti vincoli all’azione politica, mentre è proprio l’autonomia, se ben esercitata, a contribuire al risanamento della finanza pubblica, perché fa gravare su di sé oneri e responsabilità e salvaguarda i principi della democrazia rappresentativa”.
Iacop ha poi ricordato che pochi mesi fa l’Aula si è espressa in modo unitario in merito al processo riformatore in atto sul piano costituzionale e istituzionale.
“Abbiamo affermato che l’esigenza di riformare il quadro ordinamentale complessivo è ormai ineludibile; che come regione Friuli Venezia Giulia vogliamo contribuire allo sviluppo del nostro Paese; che è possibile utilizzare bene l’autonomia e la specialità ma che molto resta ancora da fare; che non ci sono privilegi da proteggere ma solo voglia di lavorare e di crescere; che abbiamo l’ambizione di essere un esempio come tante volte è accaduto in questi primi cinquant’anni e chiediamo solo di essere messi nelle condizioni di farlo.
Iacop ha anche evidenziato che vi sono stati momenti in cui il Consiglio regionale si è ripiegato su se stesso, quando forza innovativa, spinta riformatrice e lungimiranza hanno lasciato il passo alla quotidianità e alla miopia e quando l’interesse per la collettività è stato talora offuscato da altro: c’è stato anche il tempo degli errori e dell’opacità, ma è arrivato il momento di scrivere un nuovo capitolo della storia di questa regione, rilanciando i valori di cinquant’anni fa sul piano della modernità, dell’efficacia, della semplificazione e della qualità della nostra azione, facendo tra l’altro tesoro della preziosa funzione ausiliaria e collaborativa esercitata dagli organi dello Stato.
Per Iacop le opportunità che il Costituente offrì a questa Regione più che ad altre sono stati altrettanti talenti da far fruttare. “Erano e sono preziosi e, poiché il Paese si è profondamente trasformato rispetto ad allora, può essere ragionevole affermare che tutte le Regioni potrebbero avere una loro quota di specialità, intesa come esercizio differenziato ed esclusivo di funzioni sulla base di strumenti pattizi con lo Stato, che esaltino il principio di sussidiarietà secondo il quale le decisioni, con connesse responsabilità, vanno prese al livello più efficace e più vicino ai cittadini.
“Assieme all’Amministrazione regionale siamo pronti ad accettare le sfide del tempo presente con la nostra specialità da attuare pienamente ma anche da espandere: in questo è grande e decisivo l’impegno della Commissione paritetica; siamo pronti per giovani, famiglie, imprese, per ognuno dei nostri concittadini che chiedono riforme, semplificazione amministrativa, trasparenza, innovazione, massima efficacia nell’uso delle risorse pubbliche. Come essi chiedono al Consiglio non solo di fare buone leggi, ma anche di esercitare fino in fondo le funzioni di indirizzo, controllo e valutazione dell’impatto della legislazione sulla società regionale, così noi allo Stato, promotore ed artefice di un grande disegno riformatore, chiediamo di consentirci di esprimere tutte le nostre potenzialità”.