Messaggero Veneto – 31 maggio 2014
Oggi come ieri, prima l’autonomia
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A confronto l’attuale Consiglio regionale e l’assemblea che si insediò mezzo secolo fa. Il Presidente Iacop: «Impegno e passione»
Franco Iacop è il presidente in carica del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. Guarda indietro e nel contempo avanti quando spiega: «L’autorevolezza dell’istituzione regionale non può alimentarsi solo dei successi del passato, ma va costruita disegnando e gestendo un quadro moderno di riforme che siano espressione autentica dell’autonomia e della specialità». È il tema chiave, aggiunge. Perché l’autonomia, in quanto principio fondamentale, «non è negoziabile». Non in un’aula in cui «abbiamo sempre creduto nei principi fondamentali della Carta costituzionale: l’autonomia, le minoranze linguistiche e la sovranità nazionale limitata dai trattati internazionali ai quali ci riconduce oggi il trattato di Lisbona che considera la sussidiarietà, la potestà legislativa regionale, le autonomie territoriali e locali elementi costitutivi delle politiche nazionali ed europee». Alle spalle, ricorda il presidente dell’attuale legislatura, c’è un percorso «che ha radici lontane, in Aquileia romana e nel Patriarcato aquileiese, antesignano della dimensione europea e internazionale di queste terre, senza dimenticare il Parlamento del Friuli, forte momento autonomista».
Cinquant’anni, quelli del Consiglio regionale, «durante i quali con impegno, lungimiranza, passione, senso di responsabilità, spirito riformatore, senso della comunità, sono stati affrontati i problemi veri del confine orientale della Venezia Giulia e le laceranti divisioni ricomposte con il diffondersi dello spirito europeista; impegno senza il quale non sarebbe stato possibile, negli anni Sessanta, creare gli strumenti che avrebbero tolto questa regione da situazioni di forte disagio economico e sociale e arretratezza, per farla divenire una delle più avanzate in campo nazionale ed europeo, con il concorso del mondo economico e imprenditoriale, delle istituzioni, di tutte le parti sociali, delle minoranze etnico-linguistiche, delle comunità religiose, del grande mondo delle associazioni e del volontariato».
È stato uno spirito unitario in ambito locale e regionale e nel rapporto leale e costruttivo tra Comuni, Regione, Stato e Comunità internazionale, evidenzia il presidente Iacop, «senza il quale non sarebbe stato possibile gestire l’emergenza del terremoto del 1976 e, negli anni successivi, quella che a buon diritto potremmo chiamare l’epopea della ricostruzione, e poi consolidare il processo di sviluppo economico e dei servizi alla persona, collocare stabilmente la Regione sulla scena internazionale, esercitare con responsabilità e sussidiarietà l’autonomia, la specialità e il federalismo».
L’autonomia è un concetto da sottolineare ripetutamente: «Con le forme e condizioni particolari che costituiscono la specialità, contribuisce a perseguire gli interessi nazionali: quanto sperimentato e realizzato in questa regione ne è testimonianza». Qualche esempio? «Sistema socio-sanitario, dei trasporti, delle autonomie locali sono tutti settori sotto la piena responsabilità politica e finanziaria della Regione, con benefici diretti non solo per il territorio amministrato ma anche per lo Stato». E dunque, assicura il presidente del Consiglio, «nessun privilegio, ma applicazione avanzata dei principi di sussidiarietà e della governance multilivello». Per questo, dispiace quando Roma interviene a ledere l’autonomia, soprattutto quella finanziaria: «Condividiamo la necessità di cooperare tra i diversi livelli di governo, però registriamo una situazione paradossale per cui, con legislazione statale ordinaria, per far fronte alla grave crisi economica e della finanza pubblica, vi è una progressiva riduzione dei margini di autonomia finanziaria regionale, che si traduce in forti vincoli all’azione politica, mentre è proprio l’autonomia, se ben esercitata, a contribuire al risanamento della finanza pubblica, perché fa gravare su di sé oneri e responsabilità e salvaguarda i principi della democrazia rappresentativa».
Pochi mesi fa, conclude Iacop, l’aula si è espressa in modo unitario in merito al processo riformatore in atto sul piano costituzionale e istituzionale. «Abbiamo affermato che l’esigenza di riformare il quadro ordinamentale complessivo è ormai ineludibile; che come regione Friuli Venezia Giulia vogliamo contribuire allo sviluppo del nostro Paese; che è possibile utilizzare bene l’autonomia e la specialità ma che molto resta ancora da fare; che non ci sono privilegi da proteggere ma solo voglia di lavorare e di crescere; che Non vogliamo nessun privilegio da Roma ma piuttosto l’applicazione avanzata dei principi di sussidiarietà e della governance multilivello abbiamo l’ambizione di essere un esempio come tante volte è accaduto in questi primi cinquant’anni e chiediamo solo di essere messi nelle condizioni di farlo. È arrivato il momento di scrivere un nuovo capitolo della storia di questa regione, rilanciando i valori di cinquant’anni fa sul piano della modernità, dell’ efficacia, della semplificazione e della qualità della nostra azione. Quando gli altri si sono fidati di noi, la fiducia è sempre stata ricambiata».