Il Friuli – 4 giugno 2014
“La nostra forza sta nell’impegno”
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Per celebrare il cinquantesimo anniversario della prima seduta del Consiglio regionale, il presidente Franco Iacop ha ripercorso i passi di un viaggio che dura da cinquant’anni. “Ma l’autorevolezza dell’istituzione regionale non può alimentarsi solo dei successi del passato – ha sottolineato Iacop -, va invece costruita disegnando e gestendo un quadro moderno di riforme che siano espressione autentica dell’autonomia e della specialità; per chiedere infine che lo Stato consenta di esprimere tutte le nostre potenzialità”.
Presidente Iacop, qual è il filo che unisce questi 50 anni di attività del Consiglio regionale?
“Sono stati anni durante i quali con impegno, lungimiranza, passione, senso di responsabilità, spirito riformatore, senso della comunità sono stati affrontati i problemi veri del confine orientale della Venezia Giulia e le laceranti divisioni ricomposte con il diffondersi dello spirito europeista”.
Qual è il presente dell’autonomia?
“In questa Aula abbiamo sempre creduto nei principi fondamentali della Carta costituzionale: l’autonomia, le minoranze linguistiche e la sovranità nazionale limitata dai trattati internazionali come il trattato di Lisbona, che considera la sussidiarietà, la potestà legislativa regionale, le autonomie territoriali e locali elementi costitutivi delle politiche nazionali ed europee. L’autonomia, in quanto principio fondamentale, non è negoziabile. Essa, con le forme e condizioni particolari che costituiscono la specialità, contribuisce a perseguire gli interessi nazionali. Nessun privilegio, quindi, bensì applicazione avanzata dei principi di sussidiarietà e della governance multilivello”.
Non si tratta di un carico maggiore per lo Stato, dunque?
“Condividiamo la necessità di cooperare tra i diversi livelli di governo, però registriamo una situazione paradossale per cui, con legislazione statale ordinaria, per far fronte alla grave crisi economica e della finanza pubblica, vi è una progressiva riduzione dei margini di autonomia finanziaria regionale, che si traduce in forti vincoli all’azione politica, mentre è proprio l’autonomia, se ben esercitata, a contribuire al risanamento della finanza pubblica, perché fa gravare su di sé oneri e responsabilità e salvaguarda i principi della democrazia rappresentativa”.
Cosa pensa riguardo alle riforme in discussione sul piano costituzionale e Istituzionale?
“Pochi mesi fa, l’Aula si è espressa in modo unitario in merito al processo riformatore in atto. Abbiamo affermato che l’esigenza di riformare il quadro ordinamentale complessivo è ormai ineludibile; che come regione Friuli Venezia Giulia vogliamo contribuire allo sviluppo del nostro Paese; che è possibile utilizzare bene l’autonomia e la specialità, ma che molto resta ancora da fare; che non ci sono privilegi da proteggere, ma solo voglia di lavorare e di crescere; che abbiamo l’ambizione di essere un esempio come tante volte è accaduto in questi primi cinquant’anni e chiediamo solo di essere messi nelle condizioni di farlo”.
Ci sono stati momenti in cui il Consiglio regionale ha corso il rischio di ripiegarsi su se stesso?
“È successo quando forza innovativa, spinta riformatrice e lungimiranza hanno lasciato il passo alla quotidianità e alla miopia e quando l’interesse per la collettività è stato offuscato. E’ arrivato il momento di scrivere un nuovo capitolo della storia di questa Regione, rilanciando i valori di cinquant’anni fa sul piano della modernità, dell’efficacia, della semplificazione e della qualità della nostra azione”.
Le opportunità che furono offerte alla nostra regione più che ad altre, e che oggi sono oggetto di grandi discussioni, sono state messe a frutto?
“Tali opportunità erano e sono preziose e, poiché il Paese si è profondamente trasformato rispetto ad allora, può essere ragionevole affermare che tutte le Regioni potrebbero avere una loro quota di specialità, intesa come esercizio differenziato ed esclusivo di funzioni sulla base di strumenti pattizi con lo Stato, che esaltino il principio di sussidiarietà secondo il quale le decisioni, con connesse responsabilità, vanno prese al livello più efficace e più vicino ai cittadini. Assieme all’Amministrazione regionale siamo pronti ad ac cettare le sfide del tempo presente con la nostra specialità da attuare pienamente, ma anche da espandere: in questo è grande e decisivo l’impegno della Commissione paritetica”.