Messaggero Veneto – 15 ottobre 2014. Di Anna Buttazzoni
Dalla Regione ulteriori tagli ai vitalizi
Stop al cumulo tra rendite e indennità nelle Partecipate. Maggiore stretta per chi percepisce la pensione dai 50 anni
Un tetto per chi somma alla “pensioncina” uno stipendio da altro incarico, sempre assegnato dalla Regione. Un contributo di solidarietà più alto per chi ha cominciato a incassare il vitalizio a 50 anni. E una “limatina” alla reversibilità. Sono gli elementi che il Consiglio regionale pensa di introdurre nella nuova legge per mettere mano ai vitalizi degli ex consiglieri. Ieri il presidente del Consiglio Franco Iacop (Pd) ha riunito i capigruppo di centrosinistra e centrodestra e a loro ha illustrato la piattaforma approvata all’unanimità dalle assemblee regionali d’Italia, base di partenza per la legge che ogni singola Regione dovrà approvare. Il Fvg è pronto, anzi la norma potrebbe arrivare entro la fine dell’anno o a gennaio al massimo. E conterrà alcune indicazioni in più rispetto a quanto deciso alla Conferenza delle Regioni.
I “sacrifici” chiesti agli ex
Come riportato in tabella, gli esponenti delle Regioni hanno deciso di introdurre un contributo di solidarietà a carico di chi riceve già il vitalizio, contributo che si concretizza in un taglio alla pensione. Taglio che però sarà a tempo, tre anni, perché i pareri legali sembrano non concedere altri spazi di manovra. I rappresentanti delle assemblee regionali non hanno determinato un tetto alla cumulabilità dei vitalizi, però hanno previsto che il taglio all’assegno regionale sia aumentato del 40% se il titolare riceve anche altre pensioni, dal Parlamento italiano o europeo. vitalizio, inoltre, sarà percepito dal 65° anno d’età, mentre oggi le regole in Fvg consentono la pensione a 60 anni.
Il Fvg alza l’asticella
La volontà è bipartisan. I consiglieri intendono affrontare anche il nodo del cumulo di assegni staccati dalla Regione. L’esempio è quello del presidente di Aeroporto Fvg, Sergio Dressi, che riceve 90 mila euro lordi l’anno per la gestione dello scalo regionale, cui vanno aggiunti 20 mila euro l’anno in qualità di presidente di una società “satellite” di Aeroporto, la Afvg Security, e il vitalizio da ex consigliere regionale, che ammonta a 5 mila 851,82 euro mensili lordi. «La questione va affrontata», conferma il capogruppo del Pd Cristiano Shaurli. Che trova sulla stessa linea il collega di Ncd Alessandro Colautti. «Non solo prosegue Shaurli -, va anche ridotta la differenza tra coloro che riceveranno il vitalizio a 65 anni e chi invece ha potuto goderne dai 50 anni, anticipazione improvvida consentita tanti anni fa. È giusto che chi ha cominciato a incassare la pensione a 50 anni contribuisca in modo più importante». L’altro nodo èia reversibilità del vitalizio, che viene concessa alle vedove (o vedovi) e ai figli (secondo alcuni criteri) di un ex consigliere deceduto. Oggi la reversibilità ammonta al 60% della pensione incassata dall’ex, ma l’idea è abbassarla la soglia al 50%.
Il blitz delle dimissioni
È stato lo stesso Iacop a parlarne durante la riunione dei capigruppo. Ora tutte le Regioni dovranno approvare una nuova legge. Ma capita che “l’inganno” si possa trovare anche prima. In Veneto, ad esempio, alcuni consiglieri regionali in carica, ma per età vicini al vitalizio, stanno pensando a elezioni anticipate, perché le prossime elezioni regionali sono programmate tra pochi mesi. Dimettersi e avere già i requisiti per richiedere la “pensioncina” significa non dover aspettare i 65 anni e diventare subito titolare di un diritto. In Fvg, però, le regionali sono previste – salvo sorprese – nel 2018 e nessun consigliere che ha ancora diritto al vitalizio – 19 persone (su 49) che sono state rielette e quindi hanno più di una legislatura alle spalle – è prossimo ai 60 anni. E comunque l’iter per la legge sarà rapido.
I tempi per l’0k del Consiglio
Alla riunione dei capigruppo è stato stabilito che tra una settimana, dieci giorni al massimo, sarà pronto un canovaccio della legge su cui si metterà al lavoro un gruppo di consiglieri, probabilmente i componenti dell’Ufficio di presidenza e i capigruppo. «Arriveremo all’approvazione della legge nel minor tempo possibile», dice Shaurli. «Entro l’anno per noi va bene – replica Colautti -, l’importante è che ci sia un accordo con il governo, affinché Roma non intervenga durante o poco dopo a gamba tesa». Quello con il Parlamento si conferma come un rapporto teso. Più di un consigliere ieri ha fatto notare che gli stessi sacrifici richiesti alle Regioni non sfiorano nemmeno i palazzi romani. «Il sistema delle Regioni in un anno – afferma Iacop - ha tagliato i costi della politica per oltre 100 milioni. Sarebbe bene se non venissero più nascosti i necessari sacrifici che vanno adottati anche dalle altre istituzioni». Iacop nei prossimi giorni convocherà anche i rappresentanti dell’associazione degli ex consiglieri. Che hanno già fatto capire di non gradire il provvedimento. «Spero che potremmo proseguire sulla strada della condivisione percorsa fin qui. Se poi alcuni vorrà tutelarsi in altro modo farà come crede», avvisa Iacop.
Il no dei pentastellati
I rappresentanti del Movimento 5 stelle, però, storcono il naso. Affilate le armi come solo loro sanno fare quando si parla di costi della politica, ieri hanno ribadito le loro condizioni. «Prima di tutto – spiega Elena Bianchi non siamo d’accordo sui tre anni, perché il contributo di solidarietà dovrebbe durare almeno cinque, come fatto in altre Regioni. E poi riteniamo che per chi deve ancora ricevere il vitalizio debba entrare in vigore il sistema contributivo, perché se si alza l’età si può anche cambiare il meccanismo. Se ai consiglieri non piacerà avranno comunque la possibilità di incassare subito i soldi senza attendere la pensione», sibila Bianchi.