Tricesimo, 15/12/2014. Di Giulia Mastrorosato. Una platea attenta di uomini, per lo più esperti, donne (poche) e molti amici è quella riunita intorno a Franco Iacop in questo lunedì di metà Dicembre. L’obiettivo è scambiarsi gli auguri di Natale, in modo informale e sincero, ma anche e soprattutto fare il punto della situazione e illustrare i nuovi punti, quelli che saranno i punti di partenza, di un Governo regionale impegnato a procedere, a testa alta, nel suo operato.
E’ stato fatto un lavoro importante, illustra Iacop, per rimpossessarsi di una Regione lungamente trascurata in 5 anni di Governo affidato all’attuale opposizione, 5 anni in cui la crisi è stata sottovalutata e in cui le pressioni e la necessaria armonizzazione con l’Europa hanno spesso vincolato e indebolito la competitività del territorio.
Accanto a questa presa in carico della Regione il necessario sviluppo di una progettualità accompagnata dal positivo slancio del Governo Nazionale; sullo sfondo diversi casi importantissimi quali Electrolux, il Sistema Cooperativo, la Terza Corsia… il tutto accomunato dalla forte consapevolezza di una Regione e Province autonome come risorse costituzionali da valorizzare e proteggere; concetto questo illustrato con forza, in sede nazionale, dalla Presidente Debora Serracchiani e incipit per un nuovo slancio di rinegoziazione Stato-Regione.
Iacop passa poi in rassegna, con un’analisi concreta e analitica, ricca di esempi locali, le tre grandi Riforme che ci aspettano: Sanità, Istituzioni locali, Industria. Tre grandi riforme che dovranno viaggiare coordinate e forti, l’una a sostegno dell’altra, per una razionalizzazione del sistema e un forte aumento della competitività del territorio regionale a sostegno delle preoccupanti emergenze sociali presenti nel territorio.
Forte ed efficace il richiamo all’operato della Regione nel post-terremoto e il paragone quindi della crisi economica come un terremoto demolitore da accettare, ma superare con la tipica determinazione di questo popolo.
Forte anche l’allarme lanciato relativamente alla” fuga dei giovani”. Giovani determinati, con grosse potenzialità che formiamo in Istituti e Università d’eccellenza (Malignani, Ingegneria, Medicina…) ma costretti, loro malgrado, a lasciare la Regione, spesso addirittura la Nazione, impossibilitati a rimanere, a realizzarsi, a mettere al servizio della nostra Regione le loro conoscenze.
Interessante e a tratti quasi “rivoluzionario” l’appellativo di Mamma Regione, rivolto a Province e Comuni abituati a un finanziamento come quelli degli anni passati, cospicuo e atto a servire realtà strettamente locali (“medagliette al collo di un Comune”), incapaci di sacrifici e di compromessi per il bene della collettività e con un respiro rivolto al mero e referenziale individualismo. Per queste realtà e per questa concezione di governare il territorio è giunto il momento di cambiare, di avere un respiro più ampio, rivolto al Comprensorio. Un nuovo sguardo, che diventa necessario in un momento politico in cui decisioni, anche impopolari, devono essere prese per oggettive impossibilità a mantenere il tenore del passato e per l’ormai appurata ricerca della razionalizzazione tra i servizi offerti e le concrete necessità reali della cittadinanza.
Inevitabile, in fin dei conti dovuto, l’importante invito finale a guardare avanti: sfruttare le nuove tecnologie, i sistemi green, valorizzare il tuttora forte settore dell’agricoltura, snellire e razionalizzare la burocrazia per produrre semplificazione e richiamare la cittadinanza alla partecipazione, a un nuovo impegno politico e sociale senza dimenticare le radici. L’innovazione funziona se legata alla tradizione, alle radici, ricorda infine Pezzetta, quasi a dar man forte a un Iacop concreto, diretto, determinato ma anche visibilmente affezionato agli uomini della sua platea.