Il Friuli - 24 Gennaio 2015. Di Walter Tomada
Franco Iacop, presidente del Consiglio regionale, delinea l’agenda politica dell’Aula per il 2015 e sull’elezione del nuovo capo dello Stato osserva: “Serve un garante delle autonomie”.
Un altro anno pieno di riforme
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“La stagione delle riforme non è finita”. Parte da questo assunto il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop, fresco di nomina tra i grandi elettori che rappresenteranno il Friuli Venezia Giulia nelle operazioni di scelta del prossimo inquilino del Quirinale. Iacop sottolinea che il 2015 sarà strategico per restituire a questa Regione più competitività, più lavoro, più protezione sociale: “Tutte cose di cui i nostri cittadini hanno gran necessità”, spiega, inquadrando la nuova agenda dei lavori del Consiglio e stilando per “il Friuli” una sorta di calendario della prossima tornata di impegni dell’aula.
Presidente, il 2014 è stato l’anno delle riforme su Sanità e Enti locali. La prima è entrata a regime, la seconda sta partendo. Quali altri provvedimenti bollono in pentola?
“La priorità individuata, e non solo dalla maggioranza, è l’importante pacchetto Rilancimpresa, che si pone l’obiettivo di sviluppare il sistema industriale regionale. Serve individuare nuovi strumenti per ridare smalto a ogni comparto e opportunità a chi vuole investire e produrre puntando soprattutto sull’innovazione. Il Consiglio non mancherà di esaminare il provvedimento proposto dal vicepresidente Bolzonello con la massima attenzione, formulando tutte le migliorie apportabili. E consci che le necessità della comunità regionale non si fermano alla ripresa economica”.
Perché?
“Perché per ritrovare competitività il sistema ha bisogno di una semplificazione amministrativa che tocchi sia le imprese, sia il comune cittadino. Ci sarà anche il varo della nuova Agenzia regionale per il lavoro, che dovrà diventare uno strumento coerente con il nostro sistema imprenditoriale integrato con le nuove normative previste a livello nazionale. Servirà anche prevedere sostegni al reddito ed è anche in fase di revisione il sistema generale del welfare e delle politiche per la famiglia”.
Altri settori da normare?
“E’ già stata annunciata la legge sulla casa che l’assessore Mariagrazia Santoro ha proposto alla Giunta. Un passaggio fondamentale per agire contro l’emergenza abitativa che non sta certo risparmiando il Friuli Venezia Giulia. Arriverà in aula anche il testo unico in materia ambientale, che rappresenta una priorità per il governo del territorio”.
Il riordino degli enti locali cambierà anche il rapporto tra la Regione e i Comuni…
“Certo. Coerentemente con quanto affermato in sede di approvazione della riforma, mentre il riassetto prende corpo, la Regione dovrà spogliarsi di competenze, rimodulare il comparto unico e cambiare le norme di finanza locale per rivedere i meccanismi di trasferimento. E anche la nuova legge sulla cultura e lo sport andrà in direzione di una riformulazione dei criteri. C’è molto lavoro, ma per l’inizio del 2016 saremo pronti”.
Il clima tra le forze politiche In consiglio qual’è?
“Positivo. C’è dialettica, ma non contrapposizione sterile. Speriamo si continui così”.
Lei sarà fra i grandi elettori del nuovo capo dello Stato. Emozionato?
“Si dirà che sono solo uno su mille, ma in realtà avverto nella scelta che faremo una grande responsabilità in una fase delicata dove la riforma costituzionale cambierà profondamente gli assetti del Paese. La fine del bicameralismo perfetto regalerà al governo, che avrà una maggioranza larga alla Camera, un grande potere: e servirà che il Presidente sia ancor più un garante delle minoranze. Non solo, dovrà anche essere garante di quel regionalismo che continua a esser parte integrante della Costituzione, ma non trova al momento adeguata espressione in quel nuovo organo che è il Senato delle autonomie, la cui natura per ora appare confusa. Serve che a partire dal Quirinale arrivino chiari i segnali della necessità del pieno rispetto delle autonomie, che non sono state toccate di diritto dalla riforma, ma che nella sostanza un governo accentratore potrebbe sentirsi un domani legittimato a minare”.
Insomma, serve un presidente con la schiena dritta…
“Sì, perché più che mai abbiamo il dovere di trovare un uomo o una donna in cui tutti gli italiani possano riconoscersi in un momento di crisi che richiederà sacrifici ed unità a tutto il Paese. Speriamo che la scelta sia di qualità e sia il più possibile condivisa. Abbiamo bisogno di una personalità vera”.