Consiglio regionale: approvata legge sui vitalizi

(ACON) Trieste, 5 feb – AB – Approvato dal Consiglio regionale il progetto di legge in materia di vitalizi: tutti favorevoli (33 sì) meno i quattro consiglieri del Movimento 5 Stelle, che si sono astenuti. Nessun contrario.

Il provvedimento – sul quale ha riferito come relatore di maggioranza Paride Cargnelutti (NCD) – è stato sottoscritto dai consiglieri Enio Agnola (Pd), Bruno Marini (FI), Alessandro Colautti (NCD), Cristiano Shaurli (Pd), Giulio Lauri (SEL), Pietro Paviotti (Citt), Claudio Violino (Misto), Paride Cargnelutti (NCD), Igor Gabrovec (Pd-Ssk) e Renzo Tondo (AR); tiene conto del fatto che dalla legislatura in corso questo istituto è stato cancellato e quindi le disposizioni in esso contenute riguardano gli assegni vitalizi il cui diritto è nato prima del 2013.

Nei 13 articoli si prevede, tra l’altro, che l’assegno vitalizio spetti ai consiglieri e agli assessori regionali cessati dai mandati e dalla carica che abbiano compiuto 65 anni e abbiano versato i contributi per almeno 5 anni. La sua corresponsione potrà essere anticipata a 60 anni, ma in questo caso con una penalizzazione del 2,5% per ogni anno del quinquennio.

È inoltre prevista la riduzione temporanea dell’assegno vitalizio, fino al 30 giugno 2018, con percentuali per scaglioni di importo e in misura progressiva: 6% sino a 2.000 euro; 9% da 2.000 a 4.000 euro; 12% da 4.000 a 6.000 euro; 15% da oltre 6.000 euro; in presenza di cumuli, quando cioè al godimento di un vitalizio regionale si affianca quello erogato dal Parlamento europeo o nazionale o da altro Consiglio regionale, le percentuali aumenteranno, a parità di scaglioni, al 9%, 13,5%, 18% e 22,5%; le riduzioni non si applicheranno per assegni inferiori a 1.500 euro mensili lordi.

È prevista l’opzione, tra assegno vitalizio e altro emolumento, nel caso in cui il beneficiario diventi presidente, vice o amministratore delegato di determinati enti o società comunque rifacenti alla Regione. Per la reversibilità, eredi saranno i coniugi ma non più anche i conviventi, e i figli sino al 18° anno di età e non sino al 26°.

Tutti respinti (meno due) gli emendamenti che il Movimento 5 Stelle aveva presentato per riscrivere la legge, illustrati dal relatore di minoranza Elena Bianchi, che intendevamo cancellare quello che viene definito un privilegio che non trova riscontro rispetto a ogni altro sistema pensionistico. Ci vogliono parametri di equità o è solo una presa in giro: questa la convinzione sulla quale si basava la proposta di legge pentastellata.

I due emendamenti M5S accolti stabiliscono la sospensione dell’erogazione dell’assegno vitalizio per chi viene nominato assessore regionale o membro del Governo nazionale nel periodo in cui ricopre l’incarico.

In coda al provvedimento è stato approvato un emendamento della Giunta che riguarda i collaboratori dei Gruppi assunti a tempo pieno con contratto a tempo determinato: d’ora in poi non potranno più svolgere un altro lavoro. Si tratta – questa la ratio di quella che viene definita clausola di esclusività – di persone pagate con soldi pubblici e quindi anche per loro devono valere le regole di tutti i dipendenti della Regione, regole che non ammettono deroghe.

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