Mucche munte in piazza per salvare le stalle del Fvg

Messaggero Veneto – 7 febbraio 2015

Coldiretti in difesa del latte Mungitura in piazza a Udine

Mucche munte in piazza per salvare le stalle del Fvg

Con la Coldiretti invasione pacifica in San Giacomo di oltre 500 allevatori

Sono ormai appena un migliaio le stalle da latte del Fvg. Ridotte all’osso, rispetto alle 15mila di qualche decina di anni fa, da costi di produzione sempre più insostenibili. Resiste chi è animato da una vera e propria vocazione, da un ritorno alla terra capace di “convertire” qualche giovane, dall’inossidabile affetto per un’attività familiare. E’ uno stare a galla con le unghie. Prossime a sanguinare. A denunciarlo ieri sono sbarcati in piazza San Giacomo oltre 500 allevatori da tutta la regione, chiamati a raccolta da Coldiretti, che ha scelto il “salotto buono” udinese per dar voce a un mix tra denuncia e grido d’aiuto. La piazza – così come altre 10 in Italia – si è colorata di giallo. Tra palloncini liberati in aria, bandiere sventolate e cartelloni dal tono imperativo. «Consumatori e allevatori – uno tra i tanti – lottano per il giusto prezzo del latte». Attorno agli addetti ai lavori, vecchi e giovani, si sono strette le istituzioni. Di ogni grado. Onorevoli, senatori, esponenti della Regione, delle province, volti noti dello sport, ma soprattutto sindaci. Oltre 100 le fasce tricolori che sono salite sul palco allestito in piazza per far sentire la propria vicinanza agli agricoltori.

Simbolica, certo, ma importante a fronte di una situazione grave che minaccia di peggiorare con la caduta, il prossimo primo aprile, del regime delle quote. Coldiretti ha denunciato che già oggi il rapporto tra latte prodotto dalle stalle regionali e importato è quasi alla pari. Uno a uno. Due milioni e 500 mila sono i quintali prodotti dai 1.043 allevamenti del Fvg, 2 milioni 300 mila quelli che arrivano da fuori per trasformarsi in prodotti lattiero-caseari “italiani”. Il fenomeno è destinato ad aumentare con il tramonto delle quote e l’effetto di tale prospettiva sul prezzo del latte già si sente: il litro alla stalla viene pagato appena tra i 35 e i 37 centesimi, il 17% di quanto il consumatore paga per la bottiglia al banco frigo. Il resto lo mette in tasca la Gdo. A fronte di questa situazione, i vertici regionali dell’associazione ieri hanno invocato la trasparenza e dettato i
propri “10 comandamenti”: dall’indicazione obbligatoria dell’origine nelle etichette del latte e dei formaggi, passando per lo snellimento delle procedure burocratiche, fino alla realizzazione di un piano organico di promozione. Expo compresa.

«Occorre indicare nelle etichette la provenienza della materia prima - ha detto ieri il presidente regionale dei Coltivatori diretti, Dario Ermacora -. I consumatori devono sapere da dove proviene il latte che stanno bevendo cosi come con quale latte è stato prodotto il formaggio che stanno mangiando per essere liberi di comperare ciò che vogliono». A più riprese, dal palco allestito in piazza, si è indicata la strada delle produzioni locali di qualità e delle filiere come l’unica possibile per cercare di trattenere in regione quella marginalità che solo la trasformazione è m grado di garantire. Un capitolo a parte merita il Montasio, prodotto “bandiera” del settore lattiero-caseario regionale nonché sua unica Dop. «Peccato che prendendo in mano un volantino promozionale di Expo, con l’indicazione dei principali prodotti tipici, il Montasio sia attribuito al Veneto», ha rilevato ieri il presidente del consiglio regionale Franco Iacop. Una gaffe che la dice lunga su quale sia, appena oltre il confine della regione, la conoscenza del nostro paniere. Tutto da promuovere e da incentivare.

Qui la Regione può fare la sua parte, complice anche la programmazione europea come ha ricordato il vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello: «Va incrementata la trasformazione, così da garantire al latte la remunerazione che merita. Lo si può fare solo con prodotti di qualità, friulani, capaci di uscire dalla regione con prezzi competitivi e remunerativi». Pezzo forte della mattinata, la stalla allestita direttamente in piazza che ha ospitato 6 vacche, munte, tra gli altri, dallo stesso Bolzonello. L’intarsio dei muggiti con gli interventi al megafono ha stemperato la tensione e regalato qualche sorriso, riportando l’attenzione su di loro, che assieme agli allevatori sono le vere protagoniste di questo comparto, artefici di un latte che per i più è il migliore d’Italia. Ieri la prova del nove, grazie ai 600 litri di “Blanc” offerti dal Consorzio agrario del Fvg.

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