Il Gazzettino – 19 febbraio 2015. Di A.L.
Lo Statuto Fvg. In Commissione al Senato audizione di Serracchiani e D’Orlando
«Addio Province, anche in corsa»
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Per eliminare l’esistenza delle Province dallo Statuto regionale, modificandolo con doppia lettura in Parlamento, «il testo base sia la legge varata dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia», approvata a larga maggioranza a fine gennaio 2014. E’ la richiesta che ha fatto ieri la presidente della Regione, Debora Serracchiani, all’audizione alla prima commissione Affari costituzionali del Senato, dove è stato avviato l’iter per giungere alla modifica dello Statuto ma dove sull’argomento, eliminazione delle Province nel testo, ci sono due norme depositate: quella del senatore Pd Carlo Pegorer e quella del Consiglio regionale.
Non differiscono granché, se non che Pegorer prevede nello Statuto le città metropolitane, e il Consiglio regionale non le vuole lì. Stessa richiesta – e quindi archiviazione di quella di Pegorer - l’ha avanzata martedì il presidente del Consiglio regionale, Franco Iacop. Il punto, al netto delle città metropolitane, è cruciale anche per non creare precedenti.
Il principio più conforme alla specialità, infatti, e ancor di più nel momento topico di riforma dello Statuto, è quello di ritenere che la funzione del Consiglio regionale abbia un peso decisivo nell’iter della legge. È, in sostanza, la valorizzazione del Consiglio che non può non esserci e che rappresenta il punto di snodo nella gestione della specialità con metodo negoziale. La richiesta politica di Serracchiani e Iacop è stata per dir così sostanziata anche dal corpus giuridico messo in campo dalla docente di diritto amministrativo comparato dell’Università di Udine e componente della Paritetica Fvg, Elena D’Orlando, anche lei ieri in audizione. D’Orlando ha poi argomentato che «il Parlamento dovrebbe guardar con grande interesse e con oggettivo favore le iniziative di revisione statutaria allorché, come in questo caso, diano dei segnali di cambiamento in linea con le tendenze riscontrabili nel più ampio scenario del costituzionalismo europeo». E ha sottolineato che «le sfide del nuovo regionalismo dovrebbero essere: differenziazione, geometria dinamica variabile, competitività virtuosa tra territori».
In questa prospettiva, ha stuzzicato la commissione, «le autonomie speciali possono giocare un ruolo cruciale ed essere laboratorio di autonomia avanzata». Ora bisognerà vedere se la legge del Consiglio regionale sarà assunta come testo base e se abbia qualche ripercussione l’obiezione del presidente della Provincia di Udine, anch’egli audito, circa il fatto che – modificato lo Statuto – possano essere cancellate le Province anche prima della fine del mandato elettivo.