Il Gazzettino – 15 marzo 2015. Di Riccardo De Toma
Banca di Cividale. Primo esempio a Nordest. Fra gli aderenti la Filologica e la Julia
Progetti sociali, nasce sul web la nuova sfida per trovare i soldi
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In inglese si chiama crowdfunding e in italiano, lingua ricca ma poco adatta al vocabolario dell’economia, si potrebbe tradurre «finanziamento dal basso». Forse il concetto che rende meglio l’essenza di uno strumento ancora poco usato qui da noi, ma che in momenti di perdurante crisi finanziaria può rappresentare un modo innovativo di finanziarsi. In particolare per il volontariato e per il terzo settore.
Quasi una catena di Sant’Antonio virtuosa, dove un piccolo aiuto da parte di pochi può contribuire a sostenere e realizzare grandi progetti. È con l’obiettivo di far partire questo volano che nasce il progetto Civibanca, una piattaforma on-line (www.progettocivibanca.it) lanciata dalla Banca popolare di Cividale e presentata ieri a Udine dal suo presidente Graziano Tilatti, alla presenza del presidente del Consiglio regionale Franco Iacop e dell’assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti.
«Si tratta della prima piattaforma di crowdfunding non solo in regione, ma anche a livello triveneto», ha spiegato il responsabile marketing del gruppo ducale Roberto Cassina, ricordando che in Italia ne operano già 54, con una raccolta complessiva di 30 milioni. Comunque molto poco, se paragonati ai 150 della Francia. La Popolare non ci mette solo l’idea e la logistica, ha aggiunto Tilatti, ma ha deciso di dirottare sul crowdfunding, quindi a sostegno dell’associazionismo locale, parte dei fondi che fino allo scorso anno venivano destinati all’omaggistica. Non tutti, perché un’altra quota servirà a finanziare l’acquisto di un quantitativo di defibrillatori da destinare in primis ai Comuni delle aree più disagiate della regione.
L’idea è quella di attrarre verso il volontariato e il variegato mondo del no-profit, compreso lo sport dilettantistico, il sostegno finanziario del territorio, dando corpo a progetti che in passato si sono affidati più al passaparola che a piattaforme organizzate, come successo nel 2006 per organizzare il Giro del Friuli di ciclismo. Questo nella consapevolezza delle dimensioni e dell’importanza del terzo settore in Friuli Venezia Giulia, una galassia dove operano, dati Istat alla mano, 11.751 attività no profit con ben 15.956 addetti e 164.782 volontari. Il rapporto tra popolazione e istituzioni no-profit è di 8,21 ogni mille abitanti contro la media nazionale di 5,07, collocando la nostra regione al terzo posto assoluto a livello nazionale alle spalle di Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige.
Non a caso sono già 120 le associazioni che hanno aderito alla piattaforma. Tra queste Mittelfest, Filologica friulana, Pro Loco Fvg, Scuderia Friuli e anche la Brigata alpina Julia, interessata al nuovo strumento per sostenere un progetto benefico in Afghanistan. Tutto questo confidando nelle potenzialità del web, lo strumento ideale per favorire l’incontro tra la richiesta di finanziamenti da parte di chi promuove i progetti e l’offerta potenziale degli utenti e del territorio. Se nel 1880 120mila newyorkesi sostennero l’edificazione della Statua della libertà con un dollaro a testa, anno zero nella storia del crowdfunding, oggi internet può moltiplicare le forze della solidarietà e del volontariato.