Vita Nuova – 27 marzo 2015
Iacop: contributo dovuto, protesta l’associazione consiglieri
Vitalizi, riduzione temporanea fino al 2018
Sospesa l’erogazione per chi ha incarichi regionali o nazionali
«Una risposta che diamo nell’affrontare la spending review, ovvero il tema dei risparmi già affrontato da parte di questa Assemblea attraverso la riduzione del numero dei consiglieri, l’adeguamento del decreto Monti per le indennità dei consiglieri in carica (nei vincoli imposti dal decreto stesso), il contenimento delle dotazioni finanziarie ai gruppi politici consiliari, oltre a interventi già in essere assunti proprio per la riduzione dei vitalizi in godimento attraverso una maggiore imposizione fiscale»: è il commento del presidente del Consiglio e presidente del tavolo di lavoro Franco Iacop riguardo l’approvazione del progetto di legge regionale in materia di vitalizi. Un progetto divenuto realtà, proprio in questi giorni, con la delibera dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale.
Dopo l’abolizione dell’istituto del vitalizio a partire dalla presente legislatura, dunque, ora anche a chi già beneficia di questo diritto o si appresta per farlo dovrà tirare ulteriormente un po’ la cinghia, contribuendo a sua volta al sacrificio collettivo che già molti italiani stanno facendo già da tempo (e molti con non poco sforzo).
La legge ha trovato in seno al Consiglio il consenso di tutte le forze politiche, eccezion fatta per il Movimento Cinque Stelle, che aveva proposto un proprio provvedimento. «Riteniamo che il momento della scelta sia giunto – si leggeva nell’introduzione del testo da loro proposto – e che l’opinione pubblica renderà merito a questo Consiglio per avuto il coraggio di affrontare radicalmente la questione. L’istituto del vitalizio, così come concepito in passato, è ormai ritenuto universalmente una misura di privilegio anacronistico».
I CONTENUTI DELLA LEGGE
Fino al 2018, quindi, nei 13 articoli di cui la nuova legge è costituita si prevede che l’assegno vitalizio spetti ai consiglieri e agli assessori regionali cessati dai mandati e dalla carica che abbiano compiuto 65 anni e abbiano versato i contributi per almeno 5 anni. La sua corresponsione potrà essere anticipata a 60 anni, ma in questo caso con una penalizzazione del 2,5% per ogni anno del quinquennio. È inoltre prevista la riduzione temporanea dell’assegno vitalizio, fino al 30 giugno 2018, con percentuali per scaglioni di importo e in misura progressiva: 6% sino a 2 mila euro; 9% da 2 a 4 mila euro; 12% da 4 a 6 mila euro; 15% da oltre 6 mila euro. In presenza di cumuli, quando cioè al godimento di un vitalizio regionale si affianca quello erogato dal Parlamento europeo o nazionale o da altro Consiglio regionale, le percentuali aumenteranno, a parità di scaglioni, al 9%, 13.5%, 18% e 22,5%; le riduzioni non si applicheranno per assegni inferiori a 1.500 euro mensili lordi.
Il provvedimento – sul quale ha riferito come relatore di maggioranza Paride Cargnelutti (Ncd) – è stato sottoscritto dai consiglieri Ennio Agnola (Pd), Bruno Marini (Fi), Alessandro Colautti (Ncd), Cristiano Shaurli (Pd), Giulio Lauri (Sel), Pietro Paviotti (Citt), Claudio Violino (Misto), Paride Cargnelutti (Ncd), Igor Gabrovec (Pd-Ssk) e Renzo Tondo (Ar) ; il provvedimento tiene inoltre conto del fatto che dalla legislatura in corso questo istituto è stato cancellato e quindi le disposizioni in esso contenute riguardano gli assegni vitalizi il cui diritto è nato prima del 2013.
NO AI BENEFICI SOVRAPPONIBILI
La legge prevede pure l’opzione – tra assegno vitalizio e altro emolumento – nel caso in cui il beneficiario diventi presidente, vice o amministratore delegato di determinati enti o società comunque rifacenti alla Regione. Per la reversibilità, eredi saranno i coniugi (ma non più anche i conviventi) e i figli sino al 18° anno di età (e non sino al 26°).
Tutti respinti (meno due) gli emendamenti che il Movimento Cinque Stelle aveva presentato per riscrivere la legge, illustrati dal relatore di minoranza Elena Bianchi e con i quali si intendeva cancellare quel lo che viene definito un privilegio che non trova riscontro rispetto a ogni altro sistema pensionistico. Ci vogliono parametri di equità o è solo una presa in giro: questa la convinzione sulla quale si basava la proposta di legge pentastellata. I due emendamenti M5S accolti stabiliscono invece la sospensione dell’erogazione dell’assegno vitalizio per chi viene nominato assessore regionale o membro del Governo nazionale nel periodo in cui ricopre l’incarico.
UNO SGUARDO ANCHE AI COLLABORATORI
In coda al provvedimento è stato approvato un emendamento della Giunta che riguarda i collaboratori dei Gruppi assunti a tempo pieno con contratto a tempo determinato: da ora in poi non potranno più svolgere un altro lavoro. Si tratta questa la ratio di quella che viene definita clausola di esclusività – di persone pagate con soldi pubblici e quindi anche per loro devono valere le regole di tutti i dipendenti della Regione, regole che non ammettono deroghe. Un traguardo portato a casa non senza fatica: in apertura dei lavori della V Commissione consiliare del 29 gennaio scorso presieduta da Vincenzo Martines, infatti, era stata sottolineata proprio dal presidente la necessità di portare in Aula, legato alla legge sui vitalizi, anche un emendamento su questo tema. «Si propone ora perché c’è una necessità giuridica di intervenire». aveva sottolineato il capogruppo del Pd Shaurli. Titubante sulla questione si era mostrato il capogruppo dei Cittadini, Paviotti, mentre la Bianchi aveva, chiosato che si trattava “solo” della terza volta che si tentava di intervenire in tal senso.
LE PROTESTE DELL’ASSOCIAZIONE CONSIGLIERI REGIONALI FVG
Una legge insomma, questa sui vitalizi, che si propone di essere rispettosa dei diritti acquisiti, ma, al contempo, anche di rispondere alle necessità di un momento economico difficile in cui tutti gli attori – politici compresi – sono chiamati a dare il proprio contributo. Immediata tuttavia la risposta dell’Associazione dei consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia che, attraverso il proprio Consiglio direttivo, ha rilevato elementi di dubbia costituzionalità secondo consolidati pronunciamenti della Corte costituzionale. «Quanto ai contenuti – ha rilevato il direttivo – le misure di riduzione previste (che sono tra le più alte d’italia), non tengono conto alcuno del fatto che in Friuli Venezia Giulia sugli assegni è già applicata da ben nove anni una riduzione del 10 per cento (ciò non avviene in molte altre Regioni), che per gli assegni stessi da tempo non è previsto alcun aggiornamento Istat e che il loro importo, per una certa sua parte, è ora soggetto a doppia tassazione».
Obiezioni alle quali il presidente Iacop risponde prontamente: «Se da un lato il generale scontento può essere comprensibile, è anche vero che è importante comprendere come fino ad ora il vitalizio sia l’unico istituto rimasto fermo. Credo che tutti i soggetti che fanno politica l’abbiano ormai compreso. E’, dunque, un sacrificio richiesto e coerente coi tempi». Per quanto riguarda la costituzionalità della legge, prosegue il presidente del Consiglio regionale, «la proposta di legge rispetta sostanzialmente i principi sanciti più volte dalla giurisprudenza, anche costituzionale». «Secondo una sentenza della Corte Costituzionale un intervento su tale diritto (acquisito, ndr) è possibile solo se l’azione si inserisce in un momento di necessità di risparmio della finanza pubblica. L’intervento, a sua volta, per essere valido deve rispettare tre criteri fondamentali: temporaneità, proporzionalità e ragionevolezza». Criteri rispettati dalla normativa appena approvata e che la renderebbero quindi coerente con quanto previsto dalla legge. «Questa norma – ha aggiunto Iacop, decisamente soddisfatto del lavoro concluso con l’apporto di tutti -, completa il quadro delle riforme volto all’abbattimento delle spese dovute ai costi della politica. Stiamo dimostrando una volta di più di dare la giusta attenzione a quei risparmi complessivi che per diversi fattori, non da ultima la situazione di contingente di crisi, sono necessari».
LA RIDUZIONE DELLA SPESA IN FRIULI VENEZIA GIULIA1. Passaggio al sistema previdenziale contributivo e abolizione dell’assegno vitalizio per i consiglieri regionali. 2. Riduzione del numero dei consiglieri e assessori regionali. 3. Riduzione dell’indennità di consiglieri e assessori regionali. 4. Contenimento dell’assegno di fine mandato dei consiglieri regionali. 5. Pubblicità e trasparenza dello stato patrimoniale dei titolari di cariche pubbliche elettive e di governo. 6. Riduzione dei contributi ai gruppi consiliari nel limite del 80%. 7. Riduzione dei costi degli apparati amministrativi. 8. Riduzione degli organi collegiali degli enti. 9. Limitazioni in ordine alle assunzioni di personale pubblico. 10. Limitazione al compensi di amministratori e dipendenti di società controllate. 11. Rinegoziazione contratti di locazione passiva. 12. Alienazione partecipazioni in società strumentali. |