Il Consiglio approva il Senato delle Regioni

Il Piccolo – 17 settembre 2015. Di Diego D’Amelio

Il Consiglio approva il Senato delle Regioni

Via libera all’unanimità in Ufficio di presidenza al riassetto delle competenze di Palazzo Madama

Via libera al Senato delle Regioni. L’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale ha dato ieri il suo parere ufficiale sulla riforma del Senato in discussione a Roma, adottando (con voto unanime di maggioranza e opposizioni) il testo già approvato nei giorni scorsi dalla Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali, relativo appunto al riassetto delle funzioni di Palazzo Madama. Il presidente Franco Iacop, cui è peraltro affidato il coordinamento della Conferenza stessa, è stato sentito a proposito la scorsa settimana dalla Commissione Affari costituzionali del Senato, dove ha sostenuto parola per parola quanto contenuto nel documento.

La dichiarazione auspica «una corretta revisione del Titolo V e la effettiva collaborazione delle autonomie territoriali (e in particolare delle Regioni, chiamate con il Parlamento a esercitare il potere legislativo, ndr) sulle scelte fondamentali della Repubblica che permetteranno di assicurare un’efficace trasformazione del Senato, della sua composizione e dei suoi poteri». Il Fvg sposa dunque la tesi che afferma che il Senato delle Regioni debba partecipare, con la Camera, alla scrittura e all’attuazione delle leggi e all’applicazione delle politiche dell’Ue. La richiesta è che il nuovo Senato si veda assegnata, oltre a quella legislativa, anche la funzione di raccordo fra UE, Stato ed enti locali, nonché il compito di organo di garanzia, missione che potrebbe essere esercitata al meglio in quanto l’aula non dovrà votare la fiducia al governo, ma rappresentare nella capitale le istanze degli enti locali. Funzioni di controllo dovrebbero inoltre essere affidate rispetto all’attuazione delle leggi regionali e alla valutazione delle politiche pubbliche per i territori. Una Camera delle autonomie, insomma, contrappeso alla Camera dei deputati, secondo un modello bicamerale che il documento riconosce operante in tutti i Paesi con potestà legislativa ripartita sia a livello statale che regionale.

Sul controverso tema dell’elezione dei senatori, la Conferenza ritiene inoltre che la selezione fra i consiglieri regionali sia garanzia sufficiente di legittimità democratica, poiché i prescelti sono indicati dagli elettori già in considerazione di una partecipazione attiva alla vita politica nazionale. I rappresentanti da inviare al Senato andrebbero dunque eletti dall’assemblea dei consiglieri regionali, contemperando l’esigenza di rappresentanza istituzionale con quella di investitura territoriale.

Sul piano delle competenze, il testo ritiene inattuale una ripartizione rigida fra materie di competenza statale e regionale. Secondo Iacop, «sarebbe anacronistico pensare di confinare dentro un duplice elenco di materie le sfide su grandi temi come ambiente, salute, cibo, lavoro e immigrazione, senza un’azione quanto più possibile congiunta tra i livelli di governo tutti necessariamente chiamati a intervenire».

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