Messaggero Veneto – 28 ottobre 2015. Di Anna Buttazzoni
L’Assemblea regionale
I consiglieri costano il 25% in meno
Merito del taglio degli eletti e degli stipendi. Ridotti dell’88% rispetto al 2012 i contributi ai gruppi
Meno 2,1 milioni. Tanto ha risparmiato il Consiglio regionale per stipendi e indennità dei consiglieri, nel raffronto tra il 2014 e il 2013. E il merito va diviso tra l’attuale assemblea – a maggioranza di centrosinistra – e l’ex – a maggioranza di centrodestra. Ieri, con la sola astensione del M5s, l’Assemblea Fvg ha approvato il bilancio consuntivo 2014, numeri (riportati nella tabella) che mostrano i risparmi ottenuti.
Due sono le componenti che hanno portato al 25 per cento in meno delle spese di stipendi e indennità. La prima fu fortemente voluta dall’ex governatore Renzo Tondo che nel 2013, in zona cesarini rispetto al suo mandato, vide approvare a Roma il taglio dei consiglieri, passati da 59 a 49. La seconda, il primo impegno del nuovo Consiglio, è stata la legge per ridurre i costi della politica, approvata a luglio 2013, che ha abbassato gli stipendi degli eletti e il trattamento di fine mandato e cancellato il vitalizio a partire dalla legislatura in corso. Se, quindi, nel 2013 dalle casse del Consiglio per stipendi e indennità erano usciti 8,4 milioni, nel 2014 la cifra è scesa a 6,3 milioni. Restano invece alti, come l’anno precedente, tanto da superare gli assegni per gli eletti, i conti per pagare i vitalizi agli ex – 8,7 milioni -, mentre 1,1 milione è stata speso per restituire i contributi versati a sette ex consiglieri che hanno deciso di rinunciare alla pensione.
Scendono anche i soldi per il funzionamento degli otto gruppi consiliari, sui quali si è abbattuta la scure del Governo nazionale prima e quella della magistratura poi, con le inchieste penali e della Corte dei conti, che hanno la spesa complessiva a 372 mila 900 euro, cioè il 65 per cento in meno rispetto al 2013 quando venne utilizzato un milione 021 mila 507,91 euro e addirittura l’88 per cento in meno rispetto al 2012, quando i partiti arrivarono a spendere quasi 3 milioni, per la precisione 2 milioni 983 mila 839,27 euro. Per le attività istituzionali, invece, il costo è stato di 370 mila 802,38 euro, cioè l’1,93 per cento della spesa complessiva e il 60,20 per cento della somma stanziata, che a inizio anno era stata di 616 mila euro. Quasi due milioni – un milione 872 mila euro – sono andati per il funzionamento e la manutenzione delle sedi consiliari, per la biblioteca e la documentazione, per l’informatizzazione degli uffici consiliari, per le spese generali di amministrazione, del personale, economali e di provveditorato e per i servizi di supporto agli organi consiliari.
Renzo Liva, consigliere del Pd e presidente della commissione bilancio, ha poi sottolineato il calo dell’indebitamento. «Il dato certamente più importante della gestione 2014 è la rilevante riduzione del debito potenziale, che dagli 804,6 milioni del 2013 scende a 348,7 milioni del 2014, pari a una riduzione di 455,9 milioni corrispondente al 56,66 per cento in meno», ha confermato Liva. Un dato già sottolineato dalla Corte dei conti.