(ACON) Roma, 4 feb – COM/AB – L’Iniziativa 7 sull’energia e la 19 sulla gestione delle frontiere esterne, contenute nel programma di lavoro della Commissione europea per il 2016, sono state oggetto dell’audizione in Senato, in XIV Commissione, del presidente del Consiglio regionale del FVG Franco Iacop.
L’iniziativa 7 delinea la strategia della Commissione europea in tema di clima ed energia e impatta sui sistemi regionali non soltanto perché variamente coinvolti nell’attuazione normativa, ma soprattutto perché chiamati a operare scelte di programmazione e pianificazione. Le nuove strategie energetiche si pongono come obiettivi la riduzione significativa del costo dell’energia per i consumatori e le imprese, il raggiungimento e il superamento degli obiettivi ambientali definiti dal Pacchetto europeo Clima-Energia 2020, il miglioramento della sicurezza di approvvigionamento nei settori elettricità e gas con la riduzione della dipendenza dalle forniture estere, la crescita economica sostenibile attraverso lo sviluppo della filiera industriale dell’energia.
Le Regioni – ha sottolineato Iacop – guardano con interesse alle azioni in campo energetico, laddove attuano obiettivi di promozione dell’efficienza energetica, di sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili, di un mercato elettrico pienamente integrato in senso transfrontaliero, di ristrutturazione delle reti di distribuzione energetica dei carburanti, di modernizzazione del sistema di governance, di sviluppo dei settori della ricerca tecnologica.
Sulla gestione delle frontiere esterne – ha quindi evidenziato il presidente Iacop – il reale impatto delle politiche dell’Ue ricade sui territori regionali, chiamati alla realizzazione dei sistemi di accoglienza dei profughi e dei richiedenti asilo. Le Regioni italiane che si affacciano al Mediterraneo come Puglia, Calabria e Sicilia, o sono ai confini nord-orientali come Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige e che subiscono per prime le ricadute delle scelte operate a livello centrale, nazionale ed europeo, a giudizio di Iacop dovrebbero essere coinvolte assieme a tutte le altre Regioni e agli Enti locali nel processo decisionale relativo alla gestione dei flussi migratori, fin dall’origine.
In una situazione come l’attuale, in cui grava la minaccia sul futuro degli accordi di Schengen – ha concluso Iacop – le Regioni italiane hanno interesse a seguire le iniziative intraprese dalla Commissione europea, la revisione del Regolamento di Dublino e tutti gli altri interventi di messa in sicurezza delle frontiere esterne. Non va infine trascurata l’incidenza economica che potrebbe essere generata dalla chiusura delle frontiere esterne: ripristinare i controlli alle frontiere graverebbe, secondo le stime, fra l’1 e il 3% del PIL europeo, con evidente impatto sugli interscambi commerciali e a scapito del tessuto produttivo dei territori regionali. Inoltre, la chiusura delle frontiere renderebbe ingovernabile la gestione dell’emergenza migratoria in Paesi di prima linea come l’Italia e la Grecia, il che si tradurrebbe in costi enormi per gli stessi enti locali.