(ACON) Roma, 4 feb – COM/AB – All’audizione in Senato, in XIV Commissione, su alcune tematiche contenute nel programma di lavoro della Commissione europea per il 2016, il presidente del Consiglio regionale del FVG Franco Iacop è intervenuto anche nella sua veste di Coordinatore della Conferenza dei Consigli regionali.
Iacop ha richiamato il protocollo siglato lo scorso 3 dicembre tra Senato e Conferenza finalizzato all’instaurazione di una collaborazione sistematica in settori correlati alle politiche legislative regionali, nazionali ed europee per la creazione e la condivisione di conoscenze, procedure ed esperienze.
E una prima iniziativa comune – ha aggiunto – a seguito di questa rafforzata collaborazione è stata organizzata (per la seconda metà di febbraio) dal Senato e dalla Conferenza, assieme al Comitato delle Regioni, proprio sulle tematiche di interesse di questa Commissione, ovvero sulle prospettive e le sfide che si pongono dinnanzi ai Parlamenti nazionali e alle Assemblee legislative regionali nel quadro del dialogo politico, della better regulation e del controllo di sussidiarietà e proporzionalità degli atti normativi e delle politiche dell’Ue.
Il futuro Senato – ha quindi affermato Iacop – costituirà lo snodo essenziale dei rapporti tra Stato, Regioni e Unione europea, tramite il quale portare all’attenzione delle istituzioni dell’Unione le esigenze dei territori, pur in coerenza e come parte integrante della posizione nazionale.
Il dibattito sul rilancio del progetto europeo è da poco iniziato. Apprezziamo che dai vari livelli istituzionali coinvolti siano giunte indicazioni circa l’opportunità di un rafforzamento del ruolo dei Parlamenti nazionali nel processo decisionale europeo e che nella Relazione programmatica 2016 sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea. Esprimo però rammarico e preoccupazione – ha concluso Iacop – sul fatto che da nessuna parte sia giunta la riflessione che l’approfondimento democratico dell’Europa passa anche dalle Regioni. E ciò che forse mi rammarica di più è che, in questo inizio di dibattito, la voce delle Regioni europee non si è ancora sentita.