Vajont, 53º anniversario

(ACON) Trieste, 8 ott – AB – Ricorre il 53º anniversario della più grande tragedia dell’Italia del dopoguerra, il disastro del Vajont, che fece quasi 2000 vittime, 500 delle quali erano bambini.

Il ricordo di quella notte del 9 ottobre 1963 è ancora vivo in tutti noi – dichiara il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia Franco Iacop – e fa ancora più male se andiamo con la memoria a quarant’anni fa, al sisma del Friuli, che spezzò con la sua forza distruttrice altre mille vite. Due tragedie a distanza di pochi anni che hanno segnato profondamente la nostra regione, due tragedie che hanno in comune un grandissimo numero di vittime, ma così differenti tra loro: il terremoto è un’imprevedibile calamità naturale, il Vajont è stato un disastro naturale annunciato, dovuto alla superficialità umana. Perché il nome dato al monte da cui si staccò l’enorme frana è “Toc”, che in friulano è l’abbreviazione di “patoc”, che significa “marcio”, “fradicio”. Da solo questo nome spiega perché quella diga non andava costruita lì.

Oggi però siamo qui a ricordare con grande commozione e immutato dolore le vittime del Vajont – ha aggiunto Iacop – perché ricordarle significa non solo portare loro quel rispetto che è dovuto, significa soprattutto non consegnarle all’oblio, mantenere viva la memoria per dare forza e speranza a una comunità che è stata annientata e che ha avuto il coraggio di rimboccarsi le maniche e andare avanti.

Quello stesso coraggio – ha concluso Iacop – che ha permesso tredici anni dopo di superare anche il terremoto, coraggio che è il segno distintivo della nostra gente, senza il quale due tragedie di queste dimensioni non sarebbe stato possibile affrontare e vincere.

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