(ACON) Trieste, 9 mar – AB – Audizione a Roma, in Commissione bicamerale per le riforme istituzionali, del presidente del Consiglio regionale del FVG Franco Iacop, coordinatore della Conferenza dei Consigli regionali, che è intervenuto sul tema delle forme di raccordo tra lo Stato e le autonomie territoriali e sull’attuazione degli Statuti speciali.
La mancata attuazione della riforma costituzionale – ha esordito – non può indurre a ritenere che i problemi preesistenti sul piano dell’assetto istituzionale decentrato si siano esauriti poiché, al contrario, i corpi intermedi della rappresentanza istituzionale avvertono profondamente il bisogno di costruire un collegamento funzionale con le istituzioni nazionali: Parlamento e Governo.
La perdurante crisi economica ha infatti marcato ancora di più le differenze esistenti tra le varie aree del Paese, contribuendo a ridisegnare una geografia istituzionale del decentramento da cui emergono come elementi di novità gli stessi profili che al contempo determinano un aggiornamento del concetto di “specialità”.
L’impraticabilità – politica, ma anche temporale se si considera la durata residua della legislatura in corso – di ulteriori percorsi di riforma costituzionale spinge a ricercare innanzitutto nel diritto vigente possibili soluzioni attuabili in tempi relativamente brevi per rispondere alle esigenze evidenziate.
E se regionalismo e specialità sono capisaldi dell’architettura istituzionale policentrica del Paese, Iacop si è soffermato soprattutto sulla Commissione parlamentare per le questioni regionali, sulla sua composizione, i meccanismi di selezione e la rappresentanza territoriale che possa soddisfare soprattutto il riconoscimento di Regioni, Province Autonome, e quindi degli enti locali. In particolare, la preponderanza della componente regionale e delle Province autonome deve propriamente leggersi come necessaria in relazione alla esclusiva titolarità da parte di tali enti. L’integrazione della Commissione parlamentare per le questioni regionali, a giudizio di Iacop rappresenta sì un tassello importante per colmare il deficit di rappresentanza “al centro” degli interessi territoriali, ma bisogna parallelamente sviluppare un’attenta riflessione sul ruolo e sulle modalità di funzionamento del “sistema delle Conferenze” – da riequilibrare e razionalizzare – e sulla creazione di opportuni canali di dialogo e di raccordo tra gli organi nei quali si realizza l’integrazione tra rappresentanza statale e regionale.
La necessità poi di un pieno coinvolgimento dei Consigli regionali emerge anche in relazione ai patti e alle intese Stato/Regioni perchè si fondino su principi di trasparenza e collaborazione e si sviluppino all’interno dei circuiti della rappresentanza istituzionale. Così pure occorre rafforzare la procedura per le modifiche degli Statuti speciali, attraverso un’intesa forte Stato/Regione che metta al riparo gli Statuti da impreviste evenienze unilaterali. Inoltre, occorrono norme più cogenti per il funzionamento delle Commissioni paritetiche che consentano alle Regioni speciali di avere in tempi congrui quelle norme di attuazione dei propri Statuti che costituiscono lo strumento di valorizzazione e attualizzazione della specialità.
Questi temi – ha concluso Iacop – non sono più differibili e non sono sostituibili da soluzioni tampone che, come spesso accade, finiscono per diventare permanenti.