Workshop sviluppo economico con Balcani occidentali

Workshop sviluppo economico con Balcani occidentali

(ACON) Trieste, 13 lug 2017 – CMC – Nuovi scenari e opportunità di crescita economica e cooperazione per le aziende italiane, all’indomani del Summit di Trieste: è l’obiettivo del workshop “Balcani occidentali, sviluppo e opportunità di business: esperienze e professionisti a confronto”, che si è aperto in Consiglio regionale, alla presenza di imprenditori ed esperti nei settori infrastrutture, interconnettività, trasporti, energia, turismo.

“Il nostro non vuol essere un consueto convegno con interventi costruiti dai relatori – ha detto aprendo i lavori Gian Carlo Damir Murkovic, presidente di ACCOA e membro del Cda di Finest, sodalizi che hanno organizzato l’evento – ma uno scambio interattivo di idee ed esperienze, un incontro fattivo e operativo”.

Al simposio prendono parte, oltre al presidente del Consiglio regionale FVG Franco Iacop, il presidente dell’Autorità portuale di Trieste Zeno D’Agostino, delle Camere di Commercio della Macedonia Danela Arsovska, della Camera dell’Economia di Zagabria Zlatan Froelic, il presidente di Dialoghi Europei Giorgio Rossetti e l’esperta in progettazione transfrontaliera Paola Lucchesi.

“Affrontiamo un ambito, quello dei Balcani occidentali – ha aggiunto – che non abbiamo mai approfondito nella sua complessità e lo facciamo spinti dall’attualità: il vertice di questa settimana, a Trieste, ha aperto nuovi scenari e ci ha avvicinato a quei Paesi, Bosnia, Serbia, Kosovo, Montenegro, Macedonia e Albania, che sono già avviati nel percorso di adesione all’Unione europea. E’ un cammino certo, ma dai tempi lunghi e da questa considerazione è nata l’idea di organizzare questa prima occasione di incontro e di collaborazione, di iniziare a tracciare la trama di una rete di relazioni e di opportunità”.

CR: Iacop a workshop sviluppo economico Balcani occidentali (2)

13/07/2017,  16:01

(ACON) Trieste, 13 lug – RCM – Prendendo la parola al seminario sulla realtà balcanica occidentale, anche il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Franco Iacop, ha citato il summit internazionale svoltosi ieri a Trieste e ha parlato di un progetto, quello rivolto ai Balcani occidentali con il cosiddetto “Processo di Berlino”, di condivisione di obiettivi di crescita e di sviluppo economici, ma anche di pace e di conquiste sociali, di opportunità di entrare nella grande famiglia dell’Unione europea.

Con questo dopo-forum – ha proseguito Iacop – intendiamo approfondire aspetti e opportunità annunciati ieri e vi posso assicurare che anche al Parlamento europeo, dove mi trovavo appunto ieri, si guardava con molta attenzione al vertice di Trieste. Così come di allargamento dell’Ue si è parlato già il 31 maggio e il primo giugno scorsi all’interno del Comitato europeo delle Regioni, quando si è celebrato proprio l’Enlargement Day, la “Giornata dell’allargamento”. Certo ci sono diversi Paesi che spingono e attendono per entrare nella Comunità europea, penso ad esempio alla Turchia, ma di fatto l’attenzione e l’attesa politica maggiori vanno ai Balcani occidentali.

Ci sono diversi argomenti molto delicati e importanti, come una pace europea conquistata tanti anni fa che non può essere messa a repentaglio, così come l’attualissima questione dei migranti che arrivano certo attraverso un corridoio europeo centrale, ma anche da una tratta appunto balcanica, una questione che si può dire globale perché riguarda tutti. Perciò è evidente la volontà comune di Paesi come il nostro di mantenere, anzi rafforzare rapporti di condivisione, di crescita e di opportunità da creare e garantire in loco, che consentano, con il rafforzamento democratico ed economico-sociale, una risposta a queste problematiche. A Bruxelles – ha ricordato ancora Iacop – si è discusso circa una strategia decentrata di sviluppo, che faccia leva sui principi del trasferimento in loco delle opportunità di crescita dei singoli Paesi.

Ci vorranno ancora cinque anni prima che si possa immaginare un nuovo percorso di adesione all’Ue, ma nel frattempo ci sono importanti segnali di ripresa e dunque di avvicinamento dei Paesi balcanici verso gli standard che Bruxelles chiede, e in questo senso – ha rimarcato il presidente – va il nostro aiuto. Garantiamo un interesse diretto attraverso Finest così come altri strumenti per sostenere il sistema impresa. Dall’altro lato, la nostra Regione è in contatto diretto con le realtà balcaniche, si veda non ultima la mostra inaugurata proprio all’interno del Consiglio regionale con cui testimoniamo la presenza della comunità serba a Trieste e il loro rendere questa una città del commercio e dello sviluppo economico.

Come Consiglio regionale – ha rammentato Iacop nelle sue conclusioni – abbiamo allacciato accordi con i parlamenti di diverse entità territoriali dell’area balcanica. Rappresentiamo una realtà di ampio supporto istituzionale per loro: nel momento in cui le relazioni si qualificano e vanno al di là del mero rapporto commerciale, noi diventiamo un aiuto più ampio di stesura e consolidamento dei rapporti.

CR: workshop Balcani occidentali, fine lavori (3)

13/07/2017,  17:52

(ACON) Trieste, 13 lug – CMC – Nella sezione dedicata allo scambio di informazioni operative ed esperienze è quindi intervenuto Zlatan Froelich, presidente della Camera di Commercio di Zagabria, offrendo un quadro dell’attuale situazione economica croata, particolarmente stimolante in questo momento, grazie alle possibilità offerte da fondi e finanziamenti europei.

Negli scambi commerciali – ha ricordato Froelich – l’Italia si conferma un partner importante tra i Paesi comunitari, al primo posto nell’export e al secondo nelle importazioni, ma è il settore turistico a trainare le relazioni: nel 2016 la Croazia ha ospitato un milione e 200 mila italiani, con più di 4.000 pernottamenti, un risultato che apre a nuove prospettive di sviluppo nel turismo nautico, congressuale e quello legato alla salute con centri di benessere e termali. Oltre al turismo, i potenziali ambiti di cooperazione sono quelli dell’energia, dell’industria alimentare, tessile, chimica e dei metalli. La Camera di commercio croata ha pubblicato sul proprio sito istituzionale un catalogo dei progetti e degli investimenti attualmente in corso: 120 le opportunità concrete con un finanziamento complessivo di 6 miliardi di euro. Diversa, ma non meno vitale la situazione in Macedonia, descritta da Danela Arsokova, presidente delle Camere di Commercio macedoni: il Paese, che ha recentemente stretto un accordo di cooperazione con la Cina, punta sul capitale umano e soprattutto sui giovani, che hanno prodotto idee creative e innovative. Tra queste Arkosova ha ricordato l’opera di digitalizzazione del settore edile, un progetto che Albania e Croazia stanno ora riproducendo con successo nel campo dei trasporti e delle infrastrutture. L’Italia, insieme alla Germania, resta uno dei migliori partner commerciali della Macedonia e l’auspicio è di rafforzare la collaborazione in ambiti finora non sufficientemente esplorati, come il turismo.

Al workshop ha quindi preso la parola il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale, Zeno d’Agostino, ricordando come il porto di Trieste si stia trasformando in un sistema logistico integrato che guarda al mare, ma non trascura le infrastrutture retroportuali, con l’obiettivo di potenziare la componente ferroviaria e intermodale e realizzare un hub di riferimento per l’area Europa. “Nel 2016, con 7.600 treni – ha detto – Trieste è diventata il primo porto nazionale a livello ferroviario, superando lo storico primato di Genova e La Spezia. Nel 2017 contiamo di arrivare a 9.000 treni”.

D’Agostino ha quindi ricordato come l’economia di mercato stia spostando l’attenzione a Est rendendo strategica la posizione del capoluogo giuliano: “c’è stata una rivoluzione dal punto di vista della localizzazione delle imprese e dei mercati e l’Adriatico è diventato un corridoio di transito determinante. Pensare di essere competitivi solo sul mare non è sufficiente e questa è la ragione per qui stiamo insistendo tantissimo sul lato terrestre del porto: sulla componente ferroviaria l’investimento è di circa 110 milioni di euro, di cui 77 stanziati da RFI e 30 milioni dall’Authority”.

Il presidente ha quindi citato l’importanza strategica dei punti franchi “volano strepitoso di marketing internazionale” e annunciato, dopo Fernetti, la ristrutturazione di Opicina, destinata a diventare importante stazione di frontiera, in connessione diretta con i Balcani.

Il presidente di Dialoghi europei Giorgio Rossetti ha quindi evidenziato il ruolo che la città e il Friuli Venezia Giulia possono svolgere per favorire il processo di integrazione commerciale con i Balcani e, area con la quale esiste una tradizione consolidata di scambi, anche culturali.

Sono quindi seguite alcune case history di aziende – la Carr Service e la Elifriulia – che hanno già proficuamente avviato scambi rapporti di cooperazione. I lavori si sono conclusi con gli interventi di Paola Lucchesi del Centro per lo sviluppo sostenibile “Una”, Salvatore Benigno di Finest, Valerio Fratelli di ACCOA.

Foto Italfoto

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