(ANSA) – TRIESTE, 7 DIC – E’ un lavoro responsabilmente costruttivo quello portato avanti dal Comitato ristretto della Quinta Commissione del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, teso a garantire l’istituto del referendum e degli strumenti di partecipazione popolare e del loro accesso. Vi e’ la necessita’ e la volonta’ di rivedere alcuni meccanismi in un quadro di massima trasparenza e condivisione anche con l’obiettivo di riavvicinare i cittadini alla politica. Queste le parole del presidente del Consiglio regionale, Franco Iacop – riferisce il Consiglio regionale in una nota – , in una conferenza stampa svolta al termine dei lavori della V Commissione consiliare, e alla quale hanno preso parte il presidente e il vice presidente dell’organismo consiliare Vincenzo Martines (Pd) e Roberto Marin (FI) e i due esponenti radicali Valerio Federico e Pietro Pipi.
Martines ha quindi ricordato che i consiglieri stanno lavorando a un testo largamente condiviso che, dopo un ulteriore confronto e il perfezionamento apportato da alcuni emendamenti, giungera’ in Aula nel mese di gennaio. Il lavoro di sintesi sin qui compiuto e’ stato importante – ha affermato Marin – e anche dall’audizione di questa mattina sono emersi elementi significativi, sui quali riflettere, per giungere alla stesura di un provvedimento che renda un buon servizio alla comunita’ regionale.
Gli esponenti radicali hanno poi elencato le norme che, secondo la loro esperienza, sia a livello regionale che nazionale stanno impedendo, in modo restrittivo e in alcuni casi irragionevole, ai cittadini di partecipare alla vita pubblica e hanno enunciato alcune possibili modifiche, contenute in una proposta di legge di iniziativa popolare depositata in Cassazione. Tra queste il suggerimento che il referendum propositivo divenga giuridicamente vincolante e il superamento dell’obbligo di ricorrere all’autenticazione delle firme attraverso la presenza di un pubblico ufficiale. La soluzione indicata in questo caso sarebbe quella dell’attestazione: il sindaco, o i presidenti di Regione o Consiglio, potrebbero delegare a persone indicate dai Comitati promotori la funzione di attestatore della legalita’ della raccolta. Oltre a sviluppare maggiori canali di informazione e comunicazione dedicati agli strumenti di iniziativa popolare e consentire la sottoscrizione anche per via digitale, sarebbe poi opportuno, hanno infine detto, intervenire sul quorum attualmente richiesto con l’obiettivo di arrivare a un quorum approvativo pari almeno al 10% degli elettori. (ANSA). DF
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