(AGI) – Trieste, 14 feb. 2018 – La legge istitutiva del Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo di istriani, fiumani e dalmati e’ il “punto di arrivo di una sofferta consapevolezza civile che negli ultimi anni si e’ venuta consolidando nella percezione di un’ampia maggioranza di italiani”: lo ha affermato il presidente al Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia, Franco Iacop, nel corso della commemorazione in Consiglio.
“La consapevolezza”, ha aggiunto, “che un Paese democratico deve sempre fare luce sugli aspetti, anche controversi, della propria storia e’ una premessa irrinunciabile se si vuole celebrare questa giornata nella pienezza dei suoi significati, riconoscendo che per troppo tempo l’orribile capitolo delle foibe e dell’esodo dall’Istria, Fiume e Dalmazia e’ stato nascosto al nostro Paese”.
“Il Giorno del Ricordo – ha insistito Iacop – corrisponde all’esigenza di un riconoscimento umano e istituzionale che non ha nulla a che vedere con il nazionalismo, perche’ la memoria che coltiviamo e’ anche quella delle sofferenze inflitte alle Comunita’ slovena e croata negli anni del fascismo, ma non possiamo certo dimenticare le sofferenze, talvolta fino alla morte, inflitte a italiani immuni da ogni responsabilita’ se non quella di abitare in Istria e Dalmazia”.
Per Iacop “il Giorno del Ricordo e’ un’occasione per convertire la memoria di una immensa tragedia in una riflessione su come gli sviluppi maturati lascino sperare in un futuro migliore, improntato ai valori della pace, della cooperazione, privo di violenze e ingiustizie”. “Non possiamo dimenticare – ha ancora detto – che gli esuli hanno vissuto un duplice dramma: quello di essere stati costretti ad abbandonare la propria casa e quello, avvenuto subito dopo, di essere accolti con indifferenza da quella stessa Italia nel cui abbraccio solidale avevano sperato”.
Nel 2007 Giorgio Napolitano, dopo la visita alla foiba di Basovizza, segnando il passo fatto dai Presidenti della Repubblica Cossiga e Scalfaro, ruppe la cortina del silenzio affermando che “per troppo tempo era stata negata la verità per pregiudizi ideologici”. “Noi oggi ricordiamo le vittime delle foibe, l’esodo giuliano-dalmata e le vicende del confine orientale, anche per dovere nei confronti dei superstiti, dei familiari delle vittime, delle Associazioni che coltivano la memoria di quelle tragedie personali e collettive”. L’Aula ha quindi rispettato un minuto di raccoglimento.