Identità da valorizzare e autonomia da potenziare

La Vita Cattolica – 28 febbraio 2018. Di Anna Piuzzi

FRANCO IACOP, già assessore regionale alle Autonomie locali della giunta Illy, dal 2013 è presidente del Consiglio regionale, coordinatore della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative in Italia e membro del Comitato delle Regioni di Bruxelles. È candidato al Senato nella lista proporzionale del Partito Democratico.

Come pensate di accompagnare i segnali di ripresa economica, soprattutto in tema di lavoro?
«Proseguendo un’azione che comincia a dare i suoi frutti. La crescita si fa sentire e interessa in termini forti il lavoro e dunque l’occupazione: una tendenza che va consolidata soprattutto nella logica di favorire il lavoro stabile. È poi fondamentale che il lavoro vada incontro alle novità richieste oggi dal mercato: capacità di stare al passo con l’innovazione, una forte professionalizzazione, tutto nell’ottica del supporto a “Industry 4.0″».

Quali misure per i giovani?
«Sostenendo questo processo grazie alla scuola e alla formazione collegandole all’innovazione e alla necessità della società di oggi. Oltre agli incentivi alle aziende, va creato lavoro in maniera coerente ai processi di aggiornamento del sistema scuola-formazione».

A frenare c’è la denatalità.
«Pensiamo a un intervento diretto sulle famiglie, impegnandoci a produrre una riduzione fiscale in termini coerenti con il bilancio, dunque di prospettiva nei cinque anni. Sono poi indispensabili la salvaguardia e il potenziamento dell’accesso ai servizi e un contributo sostanziale alla natalità. C’è bisogno inoltre di un’azione tesa a far si che ci sia un lavoro accessibile in modo particolare alle madri. Dobbiamo poi fare una valutazione su quella che è l’immigrazione in questa regione, attraverso processi di valutazione».

Ci spieghi meglio.
«Per chi è titolare di un diritto a rimanere vanno avviati processi di integrazione e formazione nei percorsi di lavoro, perché la richiesta di lavoratori già oggi sul nostro territorio eccede le disponibilità. Altri paesi hanno già avviato questo percorso, teso a un’immigrazione che non deve essere vista solo come parcheggio di soggetti in attesa di altra destinazione, ma come un’opportunità di selezione: ci sono persone che hanno potenzialità. Il processo di integrazione funziona soprattutto in termini di opportunità di lavoro».

Parlando di Friuli, identità culturale e autonomia?
«Sono profondamente convinto che questo Paese abbia bisogno di un regionalismo ancor più avanzato. Dobbiamo dare risposta alle richieste di autonomia che vengono da regioni importanti come Veneto e Lombardia. Questo, a maggior ragione, deve valorizzare la nostra specialità che va aggiornata rispetto alle funzioni che questa regione gestisce: rapporti internazionali, terminale intelligente dal punto di vista dei grandi traffici internazionali, luogo di integrazione di culture diverse, aspetto questo che va valorizzato in chiave europea. La nostra regione può essere esempio avanzato per tutt’Italia».

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