Trieste, 20 luglio 2018 – Iacop, membro del Comitato europeo delle Regioni, è intervenuto in qualità di rapporteur sullo sviluppo sostenibile applicato alla green economy e all’economia circolare a Bologna il 18 luglio scorso al workshop internazionale dedicato all’economia circolare dal titolo “A New Successful Economic, Industrial, Financial, Territorial Management Model – SDGs & Circular Economy”, organizzato dal Movimento Europeo Italia e dallo European Partners for the Environment, insieme al Comitato Economico e Sociale Europeo, l’Alleanza Italiana per lo sviluppo sostenibile e molti altri attori nazionali e internazionali, con il supporto del Ministero dell’Ambiente e il patrocinio della Regione Emilia Romagna e del Comune di Bologna.
In quella occasione, con un intervento dedicato alle autorità regionali e locali, policy-makers della sostenibilità, Iacop ha affermato come tutti gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, ossia il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU che ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs richiedono, per essere realizzati, di essere declinati a livello territoriale, nella logica della sussidiarietà e della multilevel governance: questo rende necessario l’apporto delle autorità regionali e locali, veri e propri policy-makers, chiamati a definire i livelli e metodi di governo più appropriati per collegare gli obiettivi dell’UE e delle Nazioni Unite a quelli delle comunità locali.
E’ pertanto necessario che le autorità regionali e locali siano protagoniste delle policies vista la loro vicinanza ai cittadini e la capacità di contribuire a riaccendere il consenso nei confronti delle istituzioni europee e del progetto di integrazione. La sussidiarietà rappresenta la soluzione ottimale per le politiche indirizzate a costruire un futuro sostenibile. Il concetto stesso di coesione getta dei ponti fra efficienza economica, coesione sociale, sviluppo culturale ed equilibrio ambientale, ponendo lo sviluppo sostenibile al centro dell’elaborazione politica.
La revisione delle norme sulla gestione dei rifiuti attestano la volontà di abbandonare il modello economico lineare per rafforzare quello dell’economia circolare, come già evidenziato dal Comitato delle Regioni nei propri Pareri “Verso un’economia circolare: riesame della legislazione UE in materia di rifiuti”, “Proposte legislative che modificano le direttive sui rifiuti” e “Piano d’azione dell’UE per l’economia circolare”.
La localizzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 rappresenta quindi il solo modo per produrre un impatto concreto e durevole sulla vita delle persone, il che richiede un approccio partecipativo “bottom up”, che utilizzi le piattaforme di dialogo e di scambio di buone pratiche a disposizione.
Iacop ha inoltre ricordato come il Comitato delle Regioni lo scorso anno abbia ribadito che le azioni in cui si declinano gli Obiettivi dell’Agenda 2030 e che vedono protagoniste le autorità regionali e locali devono avere di mira il miglioramento dell’impatto delle politiche sul pilastro dimensione ambientale, mediante azioni volte a prestare attenzione alle produzioni eco-compatibili; ad attuare l’agenda per la Crescita blu, per creare lavoro, valore economico e sostenibilità; a minimizzare gli sprechi alimentari e a recuperare i rifiuti dando impulso agli investimenti e all’occupazione nel contesto più ampio della green economy, impegnandosi nella transizione verso l’economia circolare.
Senza dimenticare che l’economia circolare offre prospettive di occupazione all’interno dell’Europa ma anche occasioni di sviluppo transnazionale, di progetti e programmi volti al sostegno delle aree periferiche e di prossimità all’Europa per la lotta ai cambiamenti climatici ed il contrasto alla povertà.