TRIESTE 22.01.20 «La riforma degli enti locali è una legge ideologica che non risolve i problemi, anzi ne crea ulteriori. La conferma di quanto abbiamo più volte dichiarato, pure in fase di discussione in Consiglio, arriva anche dal sindaco di Cividale e presidente dell’Uti del Natisone, Balloch». A dirlo è il consigliere regionale del Pd, Franco Iacop commentando le dichiarazioni del sindaco di Cividale e presidente dell’Uti del Natisone, Stefano Balloch in occasione dell’incontro annuale a Caporetto tra i sindaci delle valli del Natisone e del Torre e quelli dei vicini Comuni sloveni.
«Con le sue parole, Balloch conferma quello che abbiamo sempre sottolineato, ossia il fondamentale rapporto di collaborazione tra comunità e comuni, soprattutto tra soggetti “forti” e soggetti “deboli” come i Comuni delle Valli che affrontano da tempo problemi come lo spopolamento. Quello che abbiamo affermato a più riprese, anche in occasione della legge di riforma voluta dal centrodestra come atto di liberazione dalle Uti, è essenzialmente confermato dalle dichiarazioni di un sindaco al quale non si può certo attribuire di essere un partigiano del centrosinistra» sostiene Iacop. «È ineludibile in questa regione il processo di collaborazione tra enti locali che per essere efficiente e dare risultati concreti deve avvenire nella logica della prossimità territoriale, integrazione strutturale e di servizi e condivisione di un obiettivo di area che abbracci un territorio con interessi comuni». Nella riforma, invece, dichiara Iacop, «è prevalsa la visione ideologica, punitiva nei confronti delle esperienze anche positive dell’Uti, le stesse citate da Balloch, e si compie quel salto all’indietro che isola, con la scelta di rieditare le antiche comunità montane, territori deboli e sempre più in difficoltà, costituendo sorte di “riserve indiane”. Quel che è certo è che non agevola e non sostiene quei processi coerenti di collaborazione territoriale che sono evidentemente necessari per risolvere quelle problematiche che ancor oggi attanagliano i nostri Comuni, in primis il personale e le conseguenti competenze per svolgere funzioni complesse come, per esempio, gli uffici di gestione lavori pubblici. Un esempio è il blocco di due milioni nel gemonese, per realizzare opere, proprio perché manca personale. Infine resta un tema sempre cogente, quello dei segretari comunale: dopo due anni di amministrazione e di accuse della gestione passata, non c’è stata nessuna risoluzione di queste problematicità».