I dem chiedono interventi mirati attraverso una riserva puntuale nel fondo di rotazione
TRIESTE 11.12.20 «Il tempo dei finanziamenti a pioggia è finito. Oggi è necessario darsi delle priorità verso chi è stato colpito in maniera più violenta dalla crisi covid, vale anche nel comparto agroalimentare per le imprese che riforniscono il settore Horeca (bar, alberghi e ristoranti). Chiediamo che la Regione preveda una riserva puntuale all’interno del fondo di rotazione per l’agricoltura, per dare subito liquidità a queste imprese che sono oggi maggiormente colpite e spesso rappresentano quel tessuto di piccole e medie imprese che sono espressione dell’eccellenza della viticoltura e dell’agroalimentare regionale». A chiederlo sono i consiglieri regionale del Pd, Franco Iacop e Cristiano Shaurli anche a seguito di una serie di incontri con le realtà del comparto agroalimentare.
«A differenza di imprese che riforniscono la grande distribuzione e che hanno continuato a lavorare e per fortuna spesso a fatturare regolarmente, molte realtà che fanno riferimento all’eccellenza e hanno come sbocco di mercato unicamente alberghi e ristoranti, a causa di lockdown e limitazioni incontrano forti difficoltà e ritardi nel pagamento delle fatture. La proposta che rivolgiamo dunque alla Giunta regionale e in particolare all’assessore alle Risorse agricole, Zannier è di utilizzare il fondo di rotazione per consentire a queste aziende agricole di avere subito la liquidità che sarebbe dovuta arrivare dalle fatture non pagate. Nella delibera di indirizzi di entrate e uscite che viene approvata ogni anno venga quindi prevista una riserva finanziaria destinata in via esclusiva agli interventi del canale Horeca per fatture non pagate».
Accanto alla richiesta al governo regionale, Iacop e Shaurli rivolgono un appello anche a quello nazionale: «L’intervento statale dovrebbe riguardare esclusivamente le fatture insolute non incassate dalle imprese. Gli importi di queste fatture possono essere ristorati consentendo alle imprese di portarli detrarre fiscalmente, magari cercando le somme necessarie per sostenere i relativi oneri, all’interno del Recovery Fund».