TRIESTE 24.03.22 «I cambiamenti profondi e drammatici portati dal conflitto in Ucraina, tanto a livello sociale, quanto a livello economico impongono un ripensamento delle politiche comunitarie a tutti i livelli. Tutti i parametri su cui si basavano gli interventi sono stati stravolti e anche il nostro contributo, per quanto sia una goccia nel mare, ne deve tenere conto. A partire dai sistemi di accoglienza dei profughi ucraini, all’impatto dal punto di vista rurale, energetico fino alle reti infrastrutturali europee». Lo afferma il consigliere regionale Franco Iacop (Pd) a margine dei lavori della V commissione sui temi della Sessione europea e delle politiche dell’Unione europea.
«Proprio ieri il presidente Draghi, nel suo intervento alle Camere, ha sostenuto la necessità di rivedere la strategia degli interventi, a partire dal tema dei profughi che avrà un impatto molto importante sugli enti locali. Inoltre, dovremmo mettere sul tavolo l’idea di tendere all’indipendenza su alcuni asset strategici. Sul piatto c’è la cruciale questione energetica che determina una diversificazione e maggiori quote di autoproduzione. Mentre a Monfalcone sono state riattivate due turbine a carbone, noi dovremmo pensare in maniera forte alle fonti alternative, a centri di accumulo capaci di convogliare l’energia fotovoltaica. E un altro esempio su cui ragionare riguarda il patto rurale per sostenere le nostre filiere». Infine, il tema delle reti infrastrutturali: «Condivido la preoccupazione su questa tematica, relativamente alla rete dei trasporti trans-europea: qui, per esempio, abbiamo la necessità di mettere al centro l’interporto di Cervignano, punto di contatto fra due corridori, quello nord – sud, ed est – ovest. E infine c’è anche per la preoccupazione rappresentata del corridoio “Western Balkans” che dovrebbe unire la Baviera ai Paesi dell’area balcanica che scavalcherebbe il nostro territorio».