Tondo non deve mortificare le autonomie locali

Dinanzi alla modalità di ripartizione delle deleghe della giunta regionale e al loro esercizio esprimo tutta la mia delusione e preoccupazione, confermando le forti perplessità già espresse dalla rappresentanza consiliare del PD.
Perplessità che riguardano soprattutto il sistema delle autonomie locali che spariscono dalle nuove preposizioni e deleghe giuntali nonché nella denominazione delle nuove Direzioni centrali.
Con la redistribuzione delle deleghe la realtà del governo Tondo si mostra molto più negativa di quanto ci si potesse aspettare soprattutto per il governo dei Comuni e il ruolo importante e significativo degli enti locali nel complessivo quadro istituzionale regionale.

Una prospettiva inaccettabile perché, dopo il commissariamento delle Comunità montane, non è possibile continuare a togliere alle autonomie locali il peso e la rappresentatività politica che meritano e che non verranno di certo rafforzati dal nuovo Assessorato che si occuperà principalmente del coordinamento delle riforme concentrandosi sulla funzione pubblica regionale
Di fronte a questo scenario poco rassicurante oltre alla levata di scudi di chi ha sempre visto le autonomie come punto di forza, non dovrebbe mancare la reazione dei sindaci, degli amministratori locali ovvero di coloro che sono i principali protagonisti della gestione dei servizi pubblici nel territorio. Una realtà che va tutelata e rispettata ma, soprattutto in questo momento di difficoltà, vanno assicurati al sistema delle autonomie locali le basi per affrontare un processo complesso ed impegnativo di federalismo “Regione-Comuni”, con la Regione che trasferisce risorse e funzioni amministrative agli enti territoriali.
Non è pensabile che alla luce della realtà dei fatti si crei, con il valzer delle deleghe, un vuoto e una mancanza assoluta di direttive per il futuro delle autonomie locali. La mancanza di un vero assessore di riferimento e la riorganizzazione burocratica delle strutture direzionali, porterà un vuoto e creerà squilibrio per gli enti locali. Una riorganizzazione delle Direzioni centrali che, senza precise e tangibili direttive politiche, rischia di far mancare ai sindaci un punto di riferimento fondamentale per la loro azione di governo locale che necessita piuttosto di stabilità e di certezze, ossia di un interlocutore preciso e importante all’interno della giunta regionale capace di definire, assieme agli amministratori locali, un compiuto assetto federale interno alla nostra Regione.
Non si devono quindi mortificare le autonomie locali o riservare loro ruoli marginali; si devono invece valorizzarle, potenziandone l’autogoverno, nel contesto della specialità del Friuli Venezia Giulia.
La specialità regionale non si costruisce sul centralismo ma si rafforza, invece, sostenendo le autonomie. Una regione moderna che, nell’ambito del federalismo statale, assumerà nuove competenze dallo Stato, costruisce la propria governance sul decentramento dei poteri alle autonomie locali.
Sul tema dell’autonomia, argomento abbandonato dalla giunta regionale, Tondo dovrebbe impegnarsi senza ovviamente tralasciare gli altri che interessano la comunità regionale.
Questi temi, su cui sindaci e amministratori locali hanno sempre dato il loro contributo di valutazione e di idee, non possono essere affrontati dalla giunta Tondo con logiche centraliste e dirigiste che penalizzino le autonomie locali.

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