In appello la Corte dei conti cancella la condanna a versare 504 mila euro
Maurizio Bait
Assolto pienamente. E procedimento chiuso. Riccardo Illy ha vinto la suabattaglia giudiziaria conseguendo dalla Prima Sezione centrale d’appello della Corte dei conti una sentenza di 23 pagine che lo scagiona totalmente dall’accusa di aver provocato danni erariali per 6,480 milioni di euro (imputati a lui in misura di 504.255 euro) varando l’uscita incentivata di un gruppo di dirigenti regionali durante il quinquennio 2003-2008 della sua presidenza. Illy, difeso dall’avvocato Guido Barzasi, era stato l’unico dei 14 accusati (l’intera sua Giunta più tre dirigenti) a resistere in appello, preferendo il rischio di una condanna definitiva e patrimonialmente pesante alla possibilità di estinguere il procedimento versando il 10% della somma relativa alla condanna in primo grado, a Trieste (tecnicamente si chiama definizione agevolata). Ed è ora chiaro che anche per loro, indirettamente, si manifesta di fatto una legittimazione morale a valle di quanto deliberato allora. La tesi mossa in primo grado di giudizio dalla Procura contabile è semplice: stabilendo un incentivo per i dirigenti che volessero abbandonare anzitempo il servizio, la Regione intendeva conseguire un risparmio generale, che tuttavia in una serie di casi si sostanziò invece nella necessità di assumere nuove figure dirigenziali. Da tale circostanza la Corte dei conti di Trieste ha desunto l’esisten-za di un danno erariale, considerando inutili i pubblici denari versati a titolo di bonus per tali posizioni. Ma in appello i giudici contabili hanno rovesciato i termini di valutazione. Lasciamo parlare la Corte: «È di tutta evidenza che la riorganizzazione amministrativa di una Regione presuppone la programmazione e la valutazione di un insieme di attività finalizzate al raggiungimento degli obiettivi prefissati – annotano i giudici contabili d’appello – quale, in linea generale, il miglioramento dei servizi, non trascurando la diminuzione die relativi costi e l’eventuale riduzione del personale addetto». Ma siccome si tratta di un obiettivo che «comporta la rideterminazione dei posti in funzione con la conseguente ridefinizione delle relative competenze», va valutato compiutamente «al termine del processo di riorganizzazione». La Corte assume in altre parole una valutazione organica, d’insieme, non soffermandosi sulle singole specificità di posizione. E il bilancio che ne trae è di un vantaggio oggettivo, innanzitutto di ordine finanziario, che la Regione ha conseguito mediante i bonus d’incentivo ai dirigenti. In effetti il decremento degli organici di fatto dei dirigenti regionali «risulta documentalmente provato», sta scritto in sentenza, poiché il numero dei dirigenti «è in chiara flessione». In appello si è considerata anche la circostanza che l’operazione voluta da Illy è stata approvata dalla Sezione di controllo della Corte dei conti di Trieste. Infine, un vantaggio accessorio viene riscontrato dai giudici d’appello, poiché la riorganizzazione «ha consentito di risolvere la spinosa situazione dei dirigenti nominati in via sostitutoria (i cosiddetti “facente funzione”), che comportavano oneri aggiuntivi importanti visto che ormai rappresentavano quasi un terzo dei complessivi dirigenti della Regione.