Iacop presidente: giro di vite sulle spese

messaggeroveneto.gelocal.it – 14 maggio 2013

Iacop presidente: giro di vite sulle spese
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Trieste. Incassa voti anche dall’opposizione di centrodestra. Non ci sono franchi tiratori. Non ci sono sorprese. Basta la prima chiama per veder eletto Franco Iacop nuovo presidente del Consiglio regionale. Eppure il democratico, 52 anni, udinese, ex assessore della giunta di Riccardo Illy, scioglie la tensione solo quando nell’Aula si leva l’applauso di rito. E comincia a stringere la mano ai colleghi che lo circondano, passando dall’emiciclo alla poltrona più alta dell’Assemblea. L’ultima mano stretta è quella della presidente Fvg Debora Serracchiani, la prima che lo aveva indicato come possibile guida dell’XI consiliatura. Quella aperta ieri. Quella del Consiglio ridotto da 59 a 49 esponenti.

Il suo discorso d’insediamento dura cinque minuti, sufficienti per annunciare la stagione del cambiamento, delle riforme profonde, delle poche ma buone leggi da approvare. Ma tocca a lui, uscente e rieletto, sottolineare un elemento di continuità con il recente passato, le inchieste sui rimborsi ai consiglieri, inchieste della Procura di Trieste e della Corte dei conti non ancora concluse. L’argomento è lacerante. Iacop lo tratta, spiega che ci saranno meno risorse e maggiori controlli. Discontinuità indispensabile.

A Iacop 30 voti, a Serracchiani 1. Sono le 11.11 quando il consigliere più anziano, il triestino del Pd Franco Rotelli, dichiara aperta la prima seduta dell’XI legislatura. Serracchiani entra poco prima e si accomoda al suo posto, fiera, solitaria, compassata. Non è l’ora della giunta e Serracchiani non schiera la formazione, che invece si presenterà tra una settimana, martedì, quando la presidente Fvg esporrà anche le linee programmatiche.

L’era del Consiglio tagliato è segnata da un’Aula dov’è stata tolta la prima fila di banchi. Replicando la scelta romana i cinque consiglieri a cinque stelle si accomodano nella fila più in alto, mentre la maggioranza occupa la parte sinistra dell’Aula, l’opposizione la destra. I segnaposto sono provvisori. Il giuramento, promessa di agire «al solo scopo del bene inseparabile dello Stato e della Regione», dura una mezz’ora scarsa. Il tempo per gli uscieri di montare le cabine e si vota il presidente del Consiglio.

Il centrosinistra conta 27 esponenti, il centrodestra 17, il M5S cinque. Iacop incassa 30 voti, 18 sono le schede bianche e una preferenza va a Serracchiani. Nei corridoi si bisbiglia che a tessere ci abbia pensato il capogruppo del Pdl, Alessandro Colautti, convinto che un segnale d’apertura andasse consegnato a Iacop. I voti in più sono quel segnale. Il voto a Serracchiani, invece, si congettura arrivi dal democratico Mauro Travanut, come manifestazione ironica verso la presidente Fvg e promessa d’essere spina nel fianco della maggioranza, lui che è stato escluso da qualunque ruolo istituzionale. Malignità. Forse.

Impegni dal presidente di tutti

Così si definisce Iacop assicurando che rappresenterà anche quanti non hanno condiviso la sua elezione. Con un pizzico di retorica, quanto basta, la guida dell’Assemblea regionale tratteggia il suo mandato. «La nuova legislatura che si apre rappresenta un cambiamento rispetto al passato, sia per le modalità del confronto tra le forze politiche e l’azione di governo regionale – argomenta Iacop –, sia per le recenti disposizioni sulla riduzione del numero dei consiglieri che sulle modalità di sostegno all’attività dei gruppi consiliari». È l’argomento lacerante e Iacop assicura che ci saranno meno soldi e più regole.

«I gruppi consiliari ora potranno contare su limitate risorse e puntuali criteri nel sistema dei controlli. Le vicende degli ultimi mesi – aggiunge il presidente del Consiglio – devono spingerci a riconquistare la fiducia dei cittadini friulani e giuliani, perché soltanto in questo modo potremo dare dignità all’impegno politico e al ruolo fondamentale di questo Consiglio, respingendo facili populismi e riaffermando la necessaria qualità del fare politica». Avverte anche i colleghi Iacop. «Per recuperare questa fiducia è necessaria la sobrietà dei comportamenti individuali, il senso di responsabilità, l’onestà, guardando con rispetto e fiducia all’attività di indagine aperta dalla magistratura contabile e da quella ordinaria, consapevoli – conclude il numero uno dell’Assemblea – che una stagione si è definitivamente conclusa».

Rinegoziare con Roma le ragioni della Specialità Fvg, il maggior sostegno possibile al mondo del lavoro, l’aiuto ai giovani e l’attenzione a sindaci e Comuni sono i punti più politici del discorso d’insediamento di Iacop. «Lo sforzo maggiore dovrà essere dedicato a superare le cause che frenano la crescita. Si dovrà aprire – dice Iacop – un confronto serrato con il governo per rinegoziare la nostre condizioni di Specialità e con le forze politiche, sindacali e di categoria per intervenire a sostegno del mondo produttivo. Dobbiamo rivolgere il maggior sostegno possibile al mondo del lavoro, essere capaci di ascoltare le sofferenze di una generazione, quella dei giovani, confinata nella precarietà e dimostrare attenzione ai sindaci che faticano a garantire i servizi. Siamo consapevoli della necessità di riforme profonde».

L’Ufficio di presidenza

A fianco di Iacop vengono eletti vicepresidente Igor Gabrovec (Slovenska Skupnost) e Paride Cargnelutti (Pdl). Gli altri quattro componenti dell’Ufficio di presidenza eletti sono Daniele Gerolin (Pd), Emiliano Edera (Cittadini), Claudio Violino (Lega) e Bruno Marini (Pdl). Con voti trasversali.

Anna Buttazzoni

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