Presidente Iacop su mostra Risiera San Sabba e Giorno della Memoria

(ACON) Trieste, 24 gen – COM/AB – La mostra inaugurata alla Risiera di San Sabba nell’ambito delle iniziativa per il Giorno della Memoria, ha offerto al presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia Franco Iacop, presente all’evento, l’occasione per ricordare i motivi di questa ricorrenza fissata per il 27 gennaio e al contempo per evidenziare come il lager di Trieste ci ricordi uno dei fatti più terribili e angoscianti della storia, uno degli orrori di cui l’uomo sia stato capace: lo sterminio pianificato e sistematico di sei milioni di ebrei europei, in quanto ebrei. San Sabba è stato l’unico campo di concentramento nazista in Italia dotato di forno crematorio, lo strumento terribile di un processo di annientamento dell’uomo, un annientamento che è stato morale prima ancora che fisico.

Il dovere di non dimenticare il passato deve valere prima di tutto nei confronti dei più giovani – sottolinea Iacop – che hanno la fortuna di essere nati e di vivere in un’Europa finalmente pacificata, dopo secoli di lutti e di tragiche lotte fratricide, un’Europa unita e adesso anche senza più confini.

Alla Risiera, tra le sue pareti fredde, è incombente l’atmosfera cupa degli anni della guerra. Non bisogna dimenticare che proprio a Trieste e lungo il confine orientale i veleni ideologici dei nazionalismi e dei totalitarismi del XX secolo – nazismo, fascismo e comunismo – hanno scritto alcune delle pagine più feroci e tragiche della storia contemporanea d’Europa, le cui ferite non si sono ancora del tutto rimarginate.

Solo riflettendo sul passato recente di queste terre, solo esercitando il dovere della memoria possiamo apprezzare la società pacificata e tollerante in cui le nostre generazioni fortunate possono adesso vivere. Oggi – ha aggiunto il presidente Iacop – Trieste e il Friuli Venezia Giulia rappresentano un originale modello di convivenza tra minoranze linguistiche e religiose che può essere indicato a esempio per i Paesi della nuova Europa, da sempre mosaico di popoli e di culture. Un modello in cui la diversità non è considerata un limite, una minaccia da cancellare con la violenza, ma una ricchezza che si alimenta incessantemente con il dialogo e con il confronto.

Sottolineo l’esempio del Friuli Venezia Giulia perchè sono consapevole che ancora oggi si annida, nel fondo oscuro della coscienza degli individui e dei popoli, la tendenza a vedere nello straniero un nemico. Lo dimostrano i segni inquietanti di un risorgente antisemitismo, certe reazioni ai movimenti migratori indotti dalla globalizzazione. Il razzismo è un’infezione latente che, se fomentata e organizzata, può rompere i freni inibitori degli uomini e produrre nuovi stermini.

Proprio per questo la società aperta e tollerante richiede una costante opera educativa che nasca nella famiglia e che si alimenti con il contributo delle istituzioni con l’impegno di tutti i cittadini, delle singole persone nei comportamenti quotidiani e nei rapporti interpersonali. Nell’esercitare ancora una volta il dovere della memoria – ha concluso Iacop – il nostro sguardo deve essere rivolto al futuro. Solo la coscienza della storia, e dei suoi lati oscuri, ci permette di mantenere salda la rotta, di operare perchè siano confermati ogni giorno i valori della democrazia e della libertà basati sul rispetto della dignità della persona umana.

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