Irrigazione, a Lavariano un impianto all’avanguardia

Il Gazzettino – 24 luglio 2014. Di Antonella Lanfrit

Irrigazione, a Lavariano un impianto all’avanguardia

Un esempio di collaborazione tra l’Università di Udine e il Consorzio di Bonifica Ledra-Tagliamento

Una delle pochissime centrali in Italia ad avere la capacità di attinger acqua da distribuire alla rete d’irrigazione sia dalla falda freatica, sia da un corso d’acqua superficiale, nel caso la Roggia di Palma. Un impianto irriguo datato 1973, uno dei primi in Friuli, oggi completamente rinnovato per 300 ettari. Non da ultimo, tre comprensori – per 1.300 ettari complessivi – che ora «dialogano» tra loro e, grazie a sofisticati algoritmi sviluppati dall’Università di Udine per l’ottimizzazione delle reti idrauliche, sono capaci di assicurarsi l’acqua vicendevolmente, se il proprio impianto di pompaggio dovesse non essere attivo. Si è tradotto così l’investimento regionale di 3,5 milioni tra i Comuni di Mortegliano e Bicinicco per opera del Consorzio di Bonifica Ledra Tagliamento che l’altra sera ha siglato la «fine lavori» alla presenza del vice presidente della Regione e assessore alle Attività produttive, Sergio Bolzonello, del presidente del Consiglio regionale, Franco Iacop, di una molteplicità di
amministratori locali e del professor Matteo Nicolini, docente di Costruzioni idrauliche all’Università di Udine e uno dei massimi esperti internazionali in materia.

Il cantiere di Lavariano è stato aperto a novembre e «nonostante la pioggia battente praticamente quotidiana dei mesi invernali», ha ricordato il direttore generale del Consorzio Massimo Canali, ad inizio giugno erano completati nella parte più consistente e il sistema pronto per garantire l’irrigazione. «Con le nuove pompe la pressione per l’irrigazione è notevolmente aumentata», ha spiegato il progettista e direttore dei lavori Stefano Bongiovanni, e la cabina di pompaggio del comprensorio è «una delle poche in Italia a essere mista, potendo attingere acqua dalla falda freatica e da un corso d’acqua superficiale». L’innovazione apportata dall’ateneo friulano sta nell’elaborazione di modelli matematici che, coniugando le simulazioni al computer con le rilevazioni in campo anche tramite droni, forniscono dati puntuali per rendere precisa la progettazione degli impianti di pompaggio e di irrigazione.

Tanti attori in campo con «un modello di collaborazione sinergica per il quale occorre ringraziare una pluralità di soggetti», ha sottolineato il presidente del Consorzio Dante Dentesano che ha evidenziato la «stretta collaborazione tra quattro realtà istituzionali importanti, Regione, Consorzio, Università e Comuni, per ottenere il meglio».

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