Il Piccolo – 23 gennaio 2015. Di Marco Ballico
«Un sacrificio più alto che nel resto d’Italia»
Iacop e i Cittadini rivendicano «l’ennesimo intervento di contenimento dei costi della politica»
Un taglio superiore a quello attuato a livello nazionale. La politica Fvg, quella che ha chiesto una sacrificio agli ex ma si è anche autotassata prevedendo un sacrificio per chi, il vitalizio, lo deve ancora incassare, promuove la proposta di legge che rivede almeno in parte il più famoso, e contestato, privilegio di Palazzo. Un’altra risposta, sottolinea il presidente del Consiglio Franco Iacop, di un’assemblea che era già intervenuta in funzione spending review «attraverso la riduzione del numero dei consiglieri, l’adeguamento del decreto Monti per le indennità, il contenimento delle spese dei gruppi consiliari, oltre a interventi assunti proprio per la riduzione dei vitalizi in godimento attraverso una maggiore imposizione fiscale».
Anche i Cittadini, con il capogruppo Pietro Paviotti, sottolineano che, abrogato l’istituto del vitalizio a partire dalla legislatura in corso, l’operazione sulle pensioni degli ex «completa quanto di buono abbiamo già fatto rispetto al tema dei privilegi legati alla politica». Dovendo inoltre contrastare preventivamente il probabile ricorso al Tar degli eletti sforbiciati, prosegue Paviotti, «abbiamo optato per un intervento efficace e realista su entrambe le categorie di ex consiglieri regionali ancora collegati al vitalizio, ovvero quelli che già lo percepiscono e quelli che ne hanno maturato il diritto secondo la vecchia normativa, ma che ancora non ricevono l’assegno per questioni anagrafiche. Pure in questa circostanza scelte e azione dei Cittadini rappresentano il frutto di un lavoro serio e determinato».
Positivo anche il giudizio del segretario regionale della Cgil Franco Belci: «Va apprezzata la sensibilità degli ex consiglieri che hanno condiviso il significato del provvedimento: riavvicinare i trattamenti pensionistici dei politici a quelli delle persone normali. Perché sono i lavoratori e pensionati “normali” che hanno visto veramente sparire da un giorno all’altro i “diritti acquisiti” sul lavoro e sulle pensioni, a cominciare dagli esodati che si sono trovati, grazie alla supponenza del ministro Fornero e del premier Monti, senza l’uno e l’altra».
Una bacchettata, invece, per «quei politici che tagliano allegramente questi diritti ma poi, quando viene il turno dei presunti propri, si stracciano le vesti. E’ la stessa logica che muove le lamentazioni regionali, in particolare quelle di chi sostiene di essere entrato in politica solo dopo aver fatto un calcolo economico sul dare/avere che comprendeva anche l’erogazione del vitalizio. Si tratta dei veri “professionisti” della politica. Ed essa, per riacquisire credibilità, ha sempre meno bisogno di queste figure e sempre più la necessità di persone “normali” che possano portare il proprio contributo in una libera competizione basata sul consenso più che sulle disponibilità patrimoniali dirette o indotte. E che non mettano in conto il vitalizio».