(ACON) Trieste, 17 mar – MPB – Quando la Comunità fa memoria costruisce un ponte tra il passato e il futuro, e attorno ai momenti del racconto e dell’ascolto si riscoprono relazioni e reti per un nuovo dialogo che diventa accoglienza, sostegno e solidarietà. Le storie raccontate e ascoltate vincono la solitudine, sconfiggono la fatica, aprono a orizzonti futuri, pacificano con un passato. E’ questa la filosofia alla base del progetto integrato Habitat- Microarea Zindis portato avanti dal Comune di Muggia, dall’Azienda sanitaria e dall’Ater Trieste in collaborazione con la cooperativa Sociale La collina, diverse associazioni e molti cittadini, e da cui è appunto scaturita l’esperienza “Zindis – storia di un Borgo, storia di uomini e donne”, prima tappa di un più ampio progetto regionale che potrà riguardare numerose località nelle quattro province: oggi è stata illustrata a Trieste nella sede dell’Assemblea regionale in un incontro del presidente del Consiglio Franco Iacop con quanti hanno lavorato a questo progetto che sarà promosso a Muggia dal 24 marzo al 5 aprile con un programma di iniziative comprendenti un convegno, una mostra fotografica, un libro (con le storie di 8 abitanti del piccolo centro) e la presentazione di un documentario video realizzato dal regista Luca Quaia che ha raccolto le storie di una trentina di persone ricavandone il complesso racconto di un intero mondo. Con lui, oggi, a parlarne l’assessore al sociale e alle politiche giovanili di Muggia, Loredana Rossi, insieme con Margherita Bono della Cooperativa sociale La collina e con Gabriella Zubelli dell’Associazione TerraSophia che ha curato il libro.
Ispirato alle attività della Libera Università dell’Autobiografia che ha sede ad Anghiari, il progetto – è stato spiegato – supporta, attraverso un lavoro approfondito di conoscenza della popolazione e del territorio di Borgo Zindis, di accoglienza e di ascolto attivo, le persone più fragili, realizzando inclusione sociale e dando vita a percorsi condivisi di partecipazione e sviluppo di comunità. Comprende molte attività ed è orientato a obiettivi di bene comune; ed è uno stimolo per due generazioni: i vecchi con un’esperienza da raccontare, i giovani che vanno incontro alle loro esperienze di vita, per un futuro nel quale siano recuperati valori e superati errori.
Valenze fondamentali sottolineate anche dal presidente Iacop che si è soffermato sull’importanza di non disperdere, ed anzi salvaguardare il patrimonio di informazioni racchiuso nelle testimonianze e nei ricordi delle persone più anziane. Così, raccogliere le storie degli anziani è sempre stato un processo culturale essenziale ed è anche una modalità per aggregare la comunità e per costruire un pensiero comune.