Goriziano e specialità regionale: pres. Iacop a convegno su M. Martina

Le due giunte Comunali di Gorizia e Nova Gorica concordano il tracciato e il punto di incontro a Sant’Andrea dell’autostrada da Venezia verso Lubiana – 1966(ACON) Trieste, 13 apr – AB – Il presidente del Consiglio regionale del FVG Franco Iacop è intervenuto, nella sala del Consiglio comunale di Gorizia, al dibattito “Il Goriziano e la specialità regionale”, organizzato nell’ambito del convegno “Michele Martina: protagonista del Goriziano verso l’Europa”.

L’iniziativa è stata promossa dal Centro studi politici, economici, sociali “sen. Antonio Rizzatti” e dall’Istituto per gli incontri culturali mitteleuropei di Gorizia, in collaborazione con Nuova iniziativa Isontina; Forum za Gorisko di Nova Gorica; Concordia et Pax; Istituto di storia sociale e religiosa e Associazione culturale Libertà Territorio Solidarietà.

Iacop ha sottolineato il valore dell’assise: “È di grande valenza storica ricordare Michele Martina – ha affermato – sindaco di Gorizia negli anni ’70, parlamentare a 32 anni e poi senatore, uno degli artefici e precursori dei rapporti con la ex Jugoslavia e per il superamento di quel confine che aveva tagliato la città in due, interrotto strade e ferrovie, portato alla costruzione di muri e recinzioni per superare i quali uomini e donne che anelavano all’Italia persero la vita. Oggi non stiamo soltanto ripercorrendo i tratti di una personalità importante di questa città e di queste terre, stiamo facendo un atto doveroso per ricordare gesti, fatti, avvenimenti che hanno segnato un periodo, che hanno tracciato una strada”.

“La Regione Friuli Venezia Giulia – ha aggiunto – deve molto a uomini di questa terra, anche in riferimento alla sua specialità: uomini come Martina, Cian, Calderini, Peri, Cocianni, Macor e altri (assieme ai triestini Botteri, e Belci e ai friulani Bressani, Tonutti, Fioret) diedero, infatti, un contributo decisivo alla nascita della Regione e alla costruzione del suo Statuto di specialità. Non è un caso, dunque, se nella prima Assemblea di eletti in Regione figurarono ben 7 consiglieri espressi dall’Isontino e addirittura tre divennero assessori regionali, su dodici componenti, della prima Giunta regionale, a testimonianza di come questo territorio, che aveva portato sulle proprie spalle più di altri il fardello del dopo guerra, avesse poi saputo far convivere pacificamente culture, tradizioni, lingue e superare le contrapposizioni al punto che, anche grazie a questo, oggi sono diventate patrimonio di tutta la regione.

“Del resto – così ancora Iacop – dove meglio di Gorizia e dell’Isontino trovavano ragion d’essere i motivi che il legislatore nazionale riconosceva come elementi di specialità legati all’essere area di confine, avere forte la presenza di minoranze, essere area marginale, anche economicamente, anche a causa delle mutilazioni subite? E non credo sia stato un caso se proprio a Gorizia si tenne la prima riunione della Giunta regionale.

“Certo, guardando a ritroso – ha riconosciuto Iacop – la Regione non ha saputo talvolta cogliere quegli aspetti che avrebbero potuto valorizzare Gorizia e il suo territorio, da uno specifico ruolo in campo culturale e essere sede per le politiche internazionali. A questo proposito Iacop ha evidenziato la vivacità culturale e la vocazione internazionale citando il Centro studi sen. Rizzatti, la rivista “Iniziativa Isontina”, il settimanale diocesano “Voce Isontina”, l’Istituto per gli incontri mitteleuropei, l’ISIG e l’Istituto di Storia sociale e religiosa, la Corale Seghizzi che per prima, nel 1966, ospitò un coro sloveno, con grande scalpore locale e nazionale, ma anche la nascita nel 1919, ancora a Gorizia, della Società Filologica Friulana, intitolata a Graziadio Isaia Ascoli, fondatore nel XIX secolo degli studi di glottologia in Italia. Senza dimenticare che nel 1967, a Berlino, il borgomastro Willy Brandt diede la parola al giovane sindaco di Gorizia Michele Martina nella Kongresshalle, davanti agli Stati generali d’Europa, rappresentati da duemila delegati.

“Andando all’oggi – così Iacop – va detto che molte delle motivazioni che furono alla base della specialità regionale sono venute meno: il confine non esiste più, anzi, Slovenia e Croazia sono in Europa al pari nostro; la minoranza slovena ha visto riconosciuti con leggi dello Stato e della Regione i diritti e le ambizioni a cui da tempo aspirava; sul piano economico, pur nelle sue difficoltà attuali, il Friuli Venezia Giulia non è più area depressa e terra di emigrazione, ma è una delle Regioni collocate ai vertici dello sviluppo economico, in Italia e in Europa.

“Sono dunque altri, oggi, i connotati per confermare e rafforzare la specialità della nostra Regione – ha concluso Iacop: su tutti – accanto ad alcuni elementi storico-culturali – la sua funzione nel processo di costruzione e consolidamento dell’Europa attraverso una politica di rapporti internazionali e di cooperazione internazionale con il Centro e l’Est del Vecchio Continente, assieme alla sua collocazione baricentrica in Europa, punto di riferimento per una funzione logistica e infrastrutturale al suo servizio”.

Nella foto di copertina: Gorizia, 1950. Martina con Cian alla Transalpina con alti funzionari ministeriali.
Nella foto a lato: Gorizia, 1966. Le due giunte Comunali di Gorizia e Nova Gorica concordano il tracciato e il punto di incontro a Sant’Andrea dell’autostrada da Venezia verso Lubiana.

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