La Nuova Sardegna – 19 maggio 2015. Di ua
Il vertice dei presidenti
Regioni a statuto speciale: «Non siamo privilegiate»
Confronto con Trentino, Friuli, Sicilia, Valle d’Aosta, Province di Trento e Bolzano. Ganau: le contrapposizioni sono solo inutili, è con lo Stato che dobbiamo trattare
Le Regioni speciali fanno quadrato, replicano alle critiche comprese quelle più feroci e rilanciano: «Sbaglia chi pensa all’autonomia come a un privilegio e soprattutto chi lo fa commette un errore: rafforza la voracità dello Stato». Con una riforma costituzionale alle porte, è questo il significato politico del vertice a Cagliari fra i presidenti del Consiglio di Sardegna, Trentino, Sicilia, Friuli e Valle d’Aosta, più le Province di Trento e Bolzano. Tutti intorno allo stesso tavolo per spazzare via gli avvoltoi che si aggirano sulle Speciali.
«Questi attacchi continui – ha detto Gianfranco Ganau – non fanno che indebolire l’intero sistema delle Regioni e finiscono per dare ancora più spazio a quanti auspicano che ci sia un rapporto diretto fra Governo e Comuni, ma questo i cittadini non lo vogliono».
Per il coordinatore del tavolo, il presidente Franco Iacop del Friuli: «In sé la specialità non porta privilegi, ma significa esperienza e competenza nell’erogare servizi. Siamo un valore aggiunto, un modello da seguire».
L’importante è che non sprechino: sarebbe un suicidio. Perché in una stagione dove lo Stato vuole riprendersi tutto o comunque molto è Giordano Fazio, portavoce della Sicilia, a ricordare: «Gran parte dei nostri Statuti sono reali solo sulla carta e tanto deve essere ancora attuato». Anzi, sulle Speciali sono state scaricate competenze che poi si sono dovute pagare. «E questo uno dei grandi problemi irrisolti – ha sottolineato Marco Vierin della Valle d’Aosta - sulle finanze spesso lo Stato continua a fare quello che vuole». Con in più questo handicap: le commissioni paritetiche, che dovrebbero essere la cabina di regia dell’automomia, «funzionano a singhiozzo», ha ribadito Roberto Brizzo, vicepresidente di Bolzano. La verità è che lo Stato fa spesso il doppio gioco: pare generoso, poi «è velocissimo a riprendersi quello che ti ha dato». Per questo è indispensabile il fronte unico delle Regioni: «Non devono esserci contrapposizioni. Sarebbe una guerra fra poveri», ha aggiunto Chiara Avanzo, presidente del Consiglio del Trentino.
Il blocco vuole ritornare a essere granitico e fra un mese, alla conferenza dei presidenti, le Speciali presenteranno un documento che «non è la solita rivendicazione, ma riconferma che gli Statuti non si toccano (e la riforma Renzi non li metterebbe in discussione) e anzi vanno attuati fino all’ultimo articolo». Per chiudere il vertice con una certezza: «Siamo un patrimonio e le altre Regioni dovrebbero prendere esempio da noi». Invece di alzare polveroni.