Spilimbergo: pres. Iacop a consegna premio del Craf a Steve McCurry
(ACON) Spilimbergo, 27 feb – MPB – Il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop ha consegnato stamani a Spilimbergo, insieme con la presidente del CRAF Lucia d’Andrea e il vicepresidente della Fondazione Crup Gianfranco Favaro, l’International Award of Photography 2016 al fotografo statunitense Steve McCurry per il suo lavoro dedicato a far conoscere le conseguenze nefaste della guerra.
La consegna del Premio – una targa e un gioiello realizzati dall’artista spilimberghese Leo Zanin – è stata salutata dall’applauso prolungato del pubblico, soprattutto giovani molti dei quali studenti dei licei e degli istituti artistici, che ha gremito il Cinema Teatro Miotto per conoscere da vicino il vincitore della ventunesima edizione del Premio che il Craf dal 1966 assegna a un autore, ricercatore o storico della fotografia di chiara fama che si sia particolarmente distinto per il significato del suo impegno in ambito artistico, sociale e culturale.
Un evento importante in una giornata tutta dedicata a questo grande Maestro della fotografia: nel pomeriggio, infatti, l’inaugurazione a Pordenone della mostra “Steve McCurry – Senza Confini” alla Galleria Harry Bertoia, che resterà aperta fino al 12 giugno.
E sull’importanza dell’evento, cui hanno presenziato anche numerosi consiglieri regionali, si è soffermato il presidente Iacop parlando del lavoro che svolge il CRAF, riconosciuto come Centro di riferimento regionale per la documentazione fotografica.
La fotografia come bene culturale – avevano sottolineato sia il sindaco Renzo Francesconi che la presidente del Craf D’Andrea – a cui la Regione presta attenzione e sostegno portando avanti in tal senso la sua mission a favore di questo settore.
Per Iacop, fondamentale l’impegno a documentare con le immagini i fatti storici, a mostrarci i volti dei protagonisti – loro malgrado – di tanti conflitti; ma anche a essere dei testimoni dei valori, dei diritti civili, del rispetto dell’uomo che anche oggi, nelle guerre e in tante altre situazioni, sono violati, ha aggiunto Iacop con un riferimento alla drammatica attualità della vicenda di Giulio Regenti, accolto con un grande applauso del pubblico.
Grazie a Steve McCurry per quanto ha finora prodotto e per quanto ancora farà – ha concluso Iacop -: il suo è un messaggio ai giovani affinchè possano essere, anche con la macchina fotografica, protagonisti e testimoni.
A Viba Giacchetti, curatrice della mostra allestita a Pordenone e da molti anni collaboratrice di Steve McCurry il compito di delineare i contenuti della rassegna ma anche i profili del talento innato e straordinario del Maestro, della sua capacità di entrare in relazione con i soggetti delle sue fotografie e di riuscire a trasmettere questo legame anche a chi poi le guarda. Il suo punto di vista è quello di chi egli ritrae, per questo – ha aggiunto – ha il rispetto delle persone che fotografa, e con le sue immagini riesce a parlare a tutti.
Accanto al palco, simbolo del lavoro di McCurry, la foto della ragazza afghana pubblicata sulla copertina di National Geographic Magazine di giugno 1985. Quell’immagine, scattata in un campo profughi vicino a Peshawar, in Pakistan, è stata la fotografia più riconosciuta nella storia della rivista National Geographic. Ma ad emozionare forse ancor di più è stata la ricerca della sua identità quando, nel 2002, dopo 17 anni, McCurry assieme a un team della prestigiosa rivista, sono riusciti a ritrovare quella ragazza ormai cresciuta, e a darle un nome, Sharbat Gula. In ciò lo spunto per una delle tante domande che soprattutto ragazzi e ragazze, anche muniti delle loro macchine fotografiche, hanno rivolto al Maestro, che a tutti ha risposto con quella naturalezza e semplicità descritta da Giacchetti. Pagine della sua avventurosa carriera di fotografo a documentare conflitti internazionali in Iran-Iraq, a Beirut, in Cambogia, nelle Filippine, in Afghanistan, la Guerra del Golfo sono così riemerse nel dialogo con il pubblico curioso di sapere cosa sia per lui la fotografia, come abbia trovato il suo stile, quale sia il suo riferimento più importante, come abbia vissuto il passaggio al digitale, cosa provi nel fotografare la sofferenza delle persone.
Ringraziando tutti e considerando un onore essere a Spilimbergo a ricevere lo stesso riconoscimento attribuito a grandi fotografi fra i quali Henri Cartier-Bresson (nel 1998) suo principale riferimento, McCurry ha affermato che la fotografia per lui è una passione, come quella per i viaggi e ai quali ha dato scopo; ha dichiarato di ritenere che sarebbe stato più bravo se avesse potuto usare la fotografia digitale glà trent’anni fa per le possibilità che essa offre.
Con la foto della ragazza – ha poi aggiunto – “convivo” perchè ovunque se ne parla: la sua espressione è una sfida, contiene forza e perseveranza per cui nel suo sguardo intravedo l’ottimismo di chi guarda davanti. Quanto alla sofferenza delle persone che ritraggo, non provo imbarazzo perchè sento che questo è il mio dovere; l’importante è l’intenzione, lo scopo con cui lo si fa, e cioè informare: sono storie che abbiamo il dovere di raccontare.
Per approfondire: www.craf-fvg.it
Immagini da: craf-fvg.it