(ACON) Udine, 15 apr – MPB – “Dalla polvere alla luce”, il titolo della mostra fotografica sul recupero dell’arte sacra nel terremoto del 1976 che il Consiglio regionale ha affidato alla realizzazione della Deputazione di Storia Patria per il Friuli e del Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo per cura di Dania Nobile e Paolo Patres, è paradigma dell’intera esperienza di ricostruzione del Friuli terremotato che ha trascinato l’intera regione in un percorso di rinascita fondato sul recupero di tutti gli elementi che compongono la sua complessa e variegata identità culturale.
Il presidente dell’Assemblea regionale Franco Iacop lo ha sottolineato all’inaugurazione a Udine, questo pomeriggio nella chiesa di sant’Antonio Abate, della rassegna, primo appuntamento di un una serie di esposizioni fotografiche organizzate per celebrare i quarant’anni da quel tragico 6 maggio.
Un titolo che sta a indicare che non si sono soltanto restaurate e recuperate opere d’arte con un’azione sinergica che ha accomunato la Regione, le Province di Udine e Pordenone e la Fondazione Crup, ma che si è potuta salvare anche la nostra bimillenaria cultura.
Ricordando che alla riscoperta della nostra identità culturale hanno contribuito le lungimiranti leggi regionali che hanno portato a istituire nel 1971 il Centro per la catalogazione e l’inventario dei beni culturali e ambientali del Friuli Venezia Giulia e, subito dopo il terremoto, il Centro per il restauro, il presidente inoltre ha sottolineato il ruolo della Deputazione di Storia Patria per il Friuli (che dal 1990 al 2000 ha curato le grandi mostre regionali, da quella dei Longobardi a quella dedicata ai Patriarchi) e del Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo di Udine. Fu proprio il Museo, dati i suoi compiti istituzionali, con la collaborazione di studiosi e storici dell’arte giunti anche da fuori regione, a creare all’indomani del terremoto il centro di raccolta delle opere d’arte mobile – dipinti, sculture, orificerie – recuperate dagli edifici di culto danneggiati; e sempre il Museo ha conservato le opere raccolte, le ha fotografate e catalogate, promuovendone il restauro e la ricollocazione nelle sedi originarie.
Un grande impegno e lavoro per la conoscenza, la salvaguardia e la valorizzazione di quanto ci è stato tramandato e di cui l’intera comunità è profondamente grata.
Foto Elia Falaschi, Phocus Agency, www.eliafalaschi.it.
Foto di copertina da: diocesiudine.it