(ACON) Trieste, 20 giu – RCM – Porta la firma del Garante regionale dei diritti della persona, Fabia Mellina Bares, della presidente della Commissione regionale per le pari opportunità (Crpo), Annamaria Poggioli, del presidente del Comitato regionale per le comunicazioni(Corecom), Giovanni Marzini, del direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Pietro Biasiol, e della dirigente supplente del compartimento Polizia postale e delle Comunicazioni del Friuli Venezia Giulia, Alessandra Belardini, il protocollo “Coordinamento di attività per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del bullismo e del cyberbullismo” sottoscritto in mattinata alla presenza del presidente del Consiglio regionale.
È il modo di essere dei giovani – ha detto il padrone di casa, Franco Iacop – che è cambiato rispetto ai nostri tempi. Nessuno di noi è nato con i social network, perciò abbiamo bisogno di affrontare questo nuovo mondo giovanile attraverso una discussione di rete fra più soggetti; non basta guardare al fenomeno del bullismo in modo unidirezionale. Con questo protocollo, si crea una rete di prevenzione e soprattutto un percorso di educazione attraverso il quale dare il buon esempio.
Tale protocollo – ha spiegato Mellina Bares – è stato realizzato per contrastare la subcultura della violenza e dell’isolamento, per prevenire il disagio giovanile, informare e sensibilizzare sul fenomeno del bullismo e cyberbullismo, promuovere il rispetto della persona e rafforzare una rete di interventi a livello regionale dentro e fuori il mondo scolastico. Si rivolge in particolare alle scuole secondarie di primo e secondo grado, agli studenti, alle famiglie e agli operatori scolastici della regione. Nel corso del 2015 e dei primi mesi del 2016, abbiamo effettuato un’indagine volta ad approfondire la tematica del benessere dei ragazzi, del bullismo e del cyberbullismo. Da qui è emersa in modo univoco la necessità di condivisione e confronto tra tutti i soggetti coinvolti – ragazzi, famiglie, scuola, società civile – e la necessità di educare all’accettazione, al rispetto, alla consapevolezza e al riconoscimento dell’altro, alla responsabilità individuale e collettiva. Si è avviata, così, una collaborazione tra i firmatari del protocollo che prevede un impegno costante e continuativo nel triennio 2016-2019. In programma sono previsti percorsi di formazione rivolti ai ragazzi, ai docenti, al personale della scuola, percorsi di “peer education” (letteralmente educazione tra pari) che coinvolgeranno i ragazzi delle consulte studentesche, ma anche convegni ed eventi. Un percorso, quindi, che inizierà a settembre 2016 e che si svilupperà nel corso degli anni. I dirigenti scolastici riceveranno tutte le informazioni dettagliate a settembre, prima dell’avvio dell’anno scolastico. Ci sarà un tavolo tecnico di coordinamento, incaricato di controllare ogni sei mesi i passaggi del protocollo e deciderà con i destinatari quali ulteriori azioni sia meglio intraprendere. Le nostre forze sono qualificate – ha concluso la Bares – e noi siamo molto motivati.
La dirigente Belardini ha rimarcato che oggi si deve essere digitalizzati per affrontare la nuova generazione, perciò la parola chiave è informazione. Ecco che per le finalità del protocollo, la Polizia postale porterà avanti azioni di formazione sulla sicurezza in rete e sul cyberbullismo rivolto agli utilizzatori dei social network, in particolare agli studenti, ai loro insegnanti e ai loro familiari. È nel Dna della polizia – ha aggiunto a nome dei questori il referente di Trieste, Antonio Maiorano – essere a diretto contatto con i cittadini e conoscere le loro problematiche, in questo caso quelle dei più giovani di cui la Polizia postale si occupa da sempre. Perciò è stato con piacere che abbiamo accolto questa iniziativa.
Che ci sia un fenomeno enorme di bullismo in FVG, però, non ne vuol sapere il dirigente scolastico. Alla cosa va data la giusta dimensione – ha detto Biasiol – anche se, d’altro canto, è vero che mai come ora le scuole sono così impegnate a trattare argomenti come disagio e violenza verbale. C’è un’esigenza educativa a cui la scuola sta facendo fronte con suoi protocolli, percorsi e organismi, ma è necessario metterci ancora più in rete e aprire tavoli di confronto. Poi ciascuno risponderà per sé, ma fare da soli non è più sufficiente: le famiglie sono molto fragili, non ce la facciamo da soli a supportare tanta fragilità.
Si tratta di atti di violenza – ha rimarcato la presidente Poggioli – verso i quali i centri antiviolenza della Crpo FVG si stanno muovendo, ne abbiamo inaugurato uno nuovo da poco a Pordenone, e non riguarda solo le donne, qui il genere non conta. Invece resta che è fondamentale l’aspetto educativo, la cultura del rispetto. Con il Garante stiamo promuovendo dei percorsi formativi per contrastare la violenza assistita e lo stalking tra minori, ma lavorare con l’intento di cambiare il piano etico è difficile.
Il protocollo deve dare degli strumenti alla scuola e alle famiglie per aiutare i giovani, ha detto il presidente Marzini, che ha sottolineato quanto già messo in campo dal Corecom FVG e come sia importante una giusta informazione. I fatti non vanno enfatizzati e tantomeno mistificati, o diventeranno distorti agli occhi dei ragazzi – ha affermato -. Siamo anacronistici di fronte agli strumenti utilizzati oggi dai giovani per conoscere, comunicare tra loro e veicolare le notizie. Noi vorremmo offrire strumenti tecnologici alle famiglie affinché capiscano cosa accade nelle stanze dei più piccoli. Ed è fondamentale la collaborazione con la Polizia postale per spiegare i fattori di rischio che i social network e Internet portano nel mondo giovanile.