Bruxelles: Iacop relatore in CIVEX, ruolo istituzioni territoriali

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(ACON) Trieste, 3 feb 2017 – MPB – Sul ruolo delle istituzioni territoriali, chiamate a definire i livelli e i metodi di governo più appropriati per collegare alle comunità locali i 17 obiettivi che, in armonia con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, l’Ue si è data fissando una serie di priorità, ha nuovamente insistito il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop a Bruxelles, intervenendo oggi presso la Commissione CIVEX (cittadinanza, governance, affari istituzionali ed esterni) del Comitato europeo delle Regioni (CdR) di cui è membro titolare, parlando nella riunione in preparazione del parere sulla Comunicazione della Commissione europea per lo sviluppo sostenibile dell’Europa, che la CIVEX esaminerà in aprile.

Il parere, di cui Iacop è relatore, per il suo carattere trasversale va a toccare tutte le politiche europee e parallelamente tutte le materie di competenza regionale. Così, oggi, nel suo intervento di apertura al dibattito in seno alla Commissione, presente il segretariato generale della Commissione europea, Iacop ha richiamato principalmente due obiettivi: l’undicesimo, per “rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”, e il decimo per “ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le nazioni”, i quali, entrambi, prevedono un coinvolgimento delle Autonomie locali come soggetti autori e attuatori delle relative politiche.

Obiettivi di ampio respiro, questi, come peraltro tutti quelli contenuti nella Comunicazione della Commissione europea – ha sottolineato Iacop – che per poter essere realizzati devono però essere declinati a livello territoriale attraverso il sistema delle Istituzioni regionali e locali, e ciò a garanzia di una piena efficacia degli interventi e degli investimenti di risorse anche finanziarie.

Pieno è il sostegno del Comitato delle Regioni verso questi obiettivi - ha affermato ancora Iacop -; tuttavia le azioni intraprese per perseguirli rischiano di non essere sempre collocabili in un quadro di politiche integrate e sinergiche, attuate in una logica multilivello.

Per questo – ha avvertito Iacop – è fondamentale che siano fissate delle priorità che tengano conto delle esigenze più urgenti, in una prospettiva dinamica per raggiungere gli obiettivi a più lungo termine.

Inoltre, dovranno essere considerati i possibili rischi che potrebbero emergere nella fase di implementazione dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030, cosa che darebbe alle Autonomie locali la possibilità di attrezzare le strutture amministrative a superare i problemi connessi alla attuazione delle relative politiche.

Infine Iacop si è soffermato sul miglioramento delle prospettive di vita all’interno dell’Ue quale conseguenza sia della capacità di rafforzare la coesione economica e sociale, sia del benessere e della sicurezza nelle aree esterne all’Ue. Da qui, in linea con gli indirizzi previsti dalla Comunicazione sul “Consensus”, Iacop ha esortato a rafforzare le azioni di cooperazione decentrata e tesa allo sviluppo dei Paesi terzi, investendo su parternariati, programmi e progetti di cooperazione fra autorità regionali e locali europee ed extraeuropee, che favoriscono lo scambio di buone pratiche e di modelli di sviluppo sostenibile, stanziando a tal fine le necessarie risorse.

All’attenzione della Commissione Iacop ha poi indicato come in una logica di sussidiarietà vadano migliorati gli impatti delle politiche sulle dimensioni economica, sociale e ambientale, tra loro fortemente integrate e che per essere efficaci devono dare rinnovata identità ai territori.

Elementi toccati anche nel dibattito e dai quali derivano le raccomandazioni indirizzate ai tre livelli di governo – regionali e locali, nazionali e sovranazionali, previsti dal Trattato sul
funzionamento dell’Ue – la cui efficace interrelazione può contribuire alla protezione e allo sviluppo del tessuto urbano, dei territori circostanti e del patrimonio comune. Tutto ciò a riprova – ha poi concluso Iacop – della multidisciplinarietà di tutti i temi, che sta a indicare anche come il raggiungimento degli obiettivi fissati debba diventare parte integrante della filosofia di vita delle comunità e non fermarsi al coinvolgimento dei livelli istituzionali.

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