(ACON) Trieste, 17 feb – AB – La sempre maggiore rilevanza dello sport come strumento di educazione e formazione ha determinato la sua collocazione tra le priorità dell’Unione europea, che guarda alle attività sportive non solo come attività ludiche e di svago, ma soprattutto come importante fattore per l’inclusione sociale, l’integrazione e le pari opportunità, incoraggiando a sostenere lo sport in quanto fenomeno sociale ed economico che contribuisce in modo significativo alla coesione economica e sociale e a una società più integrata.
A sostenerlo è stato il presidente del Consiglio regionale del FVG Franco Iacop aprendo i lavori del convegno “La lotta alle discriminazioni e al razzismo nello sport”, organizzato a Trieste, nella sala Tessitori, dal Garante regionale dei diritti della persona.
Numerosi – ha aggiunto Iacop – sono i soggetti che entrano in gioco nelle attività sportive: allenatori e educatori sportivi che svolgono un ruolo centrale in quanto figure di riferimento per i giovani, associazioni che promuovono con il gioco l’inserimento sociale di persone con svantaggio, fisico, psichico sociale, gli sportivi al termine della loro carriera; senza dimenticare particolari contesti, quali il carcere con soggetti sottoposti a limitazioni, o le zone al alta immigrazione con persone a rischio di discriminazione, aree queste nelle quali lo sport può fare la differenza.
La pratica sportiva infatti – così ancora Iacop – promuove un senso comune di appartenenza e di partecipazione e può quindi essere un importante strumento a servizio degli immigrati e delle persone di origine straniera, facilitandone l’integrazione nella società e favorendo il dialogo interculturale.
Proprio perché immigrati e società di accoglienza possano interagire positivamente è importante mettere a disposizione spazi per lo sport e sostenere le relative attività. Sport dunque come importante veicolo di integrazione, di rispetto e di solidarietà fra gli uomini, valori che aiutano a sviluppare la conoscenza, la motivazione e la disponibilità a compiere sforzi personali favorendo una competizione che stimola il miglioramento singolo e di squadra.
Lo sport interessa tutti i cittadini indipendentemente da genere, razza, età, disabilità, religione e convinzioni personali, orientamento sessuale e provenienza sociale o economica e dovrebbe quindi dare a tutti pari opportunità di esprimersi nella competizione. Un contesto di integrazione culturale come quello sportivo deve però necessariamente considerare il tipico rischio che l’eterogeneità culturale comporta, ossia quello del razzismo. Troppo spesso però non sono gli atleti, ma gli spettatori a incitare all’odio e al razzismo: il razzismo, più che nello sport, è presente costantemente intorno a noi e, purtroppo, è necessario essere consapevoli della sua presenza nella società.
Per rafforzare la prevenzione e la lotta contro il razzismo – ha concluso Iacop – la Commissione europea ha raccomandato alle Federazioni sportive la predisposizione di procedure per combattere il razzismo durante le gare o le partite, sia in campo che sugli spalti, invitandole a rafforzare le norme e le sanzioni contro la discriminazione.
Altri interventi
Assessore Torrenti
Presidente CONI Brandolin
Garante Citti