Fieste de Patrie dal Friul in Consiglio regionale

Presidente Iacop su anniversario Fieste de Patrie dal Friul(ACON) Trieste, 3 apr 2017 – AB – Esattamente 940 anni fa – il 3 aprile 1077 – il patriarca di Aquileia, Sigeardo, ricevette dall’imperatore Enrico IV l’investitura feudale di Duca del Friuli e Marchese d’Istria. Il Patriarcato di Aquileia, già esistente come organizzazione religiosa dal secolo VII, venne quindi riconosciuto come stato autonomo, diremmo oggi federato all’impero. “Si costituiva così – come ha spiegato lo storico Giancarlo Menis, nella sua Storia del Friuli – un vasto e compatto territorio che doveva sottostare alla giurisdizione feudale del patriarca. In poche parole veniva fondato quel principatus Italiae et Imperii politico-ecclesiastico, che sanciva una realtà sociale già consolidata attraverso un lungo processo storico che, di lì in avanti, per tre secoli e mezzo, avrebbe unito i friulani in forme sempre più elevate di vita civile”.

Il presidente Franco Iacop ha aperto così i lavori del Consiglio regionale per ricordare un momento di straordinaria importanza, che avrebbe segnato il destino di queste terre. E proprio in questa giornata, la bandiera del Friuli è stata esposta sulla facciata del palazzo di piazza Oberdan, a Trieste.

In seguito a quel fatto storico – ha aggiunto Iacop – il territorio dello Stato patriarcale da un lato restò isolato rispetto al resto d’Italia, rimanendo per alcuni secoli sotto l’influenza del Sacro Romano Impero, dall’altro sviluppò al suo interno una omogeneità linguistica e culturale con il definitivo affermarsi della lingua friulana, anche nella sua forma scritta, sia per gli usi giuridico-amministrativi che per quelli letterari.

Oggi possiamo dire che questo patrimonio di lingua e di cultura, rimasto miracolosamente intatto fino ai nostri giorni, appartiene ancora con orgoglio al popolo friulano, che noi qui abbiamo l’onore e l’onere di rappresentare. E noi, oggi, abbiamo il compito di preservarlo, per citare David Maria Turoldo, “pal ben dal nestri popul e cuintri di nissun”. Così come abbiamo il dovere di valorizzare e potenziare la convivenza con tutti i popoli e le culture che compongono il Friuli e la nostra Regione: sloveni, tedeschi e popolazioni venetofone.

Fu grazie al risveglio autonomistico del Friuli, vale a dire la presa di coscienza di quel che eravamo, che si riscoprì questa data fondamentale della nostra storia. Ideatore e protagonista dell’edizione inaugurale, quarant’anni fa (nel 1977) fu don Francesco Placereani. Dopo molte edizioni, celebrate a rotazione in una diversa località delle tre province friulane – proprio come avveniva per le riunioni del Parlamento della Patria – la manifestazione ha trovato l’adesione delle principali istituzioni civili e religiose, e infine un riconoscimento ufficiale, stabilito da questo Consiglio con la legge regionale n. 6 del 2015.

Oggi come allora occorre porre l’attenzione su quei principi di specialità che fecero della Patria del Friuli uno degli stati precursori nel mondo – non dimentichiamolo, soprattutto in quest’Aula – dell’istituto parlamentare. Il destino della nostra regione passa quindi anche attraverso la ricorrenza del 3 aprile 1077, poiché per un popolo non esiste futuro senza il ricordo del passato. E non esiste futuro, se quel popolo non ha il diritto di autogovernarsi.

Come ha giustamente scritto il professor Gianfranco D’Aronco – con Tiziano Tessitori padre di questa Regione – “Nessuno può rinunciare all’autonomismo, che di per sé deriva da una legge naturale. Nessuno di mente sana, demanda ad altri la decisione sulle proprie scelte nei rapporti col prossimo, e lascia ad altri la conduzione dei propri sentimenti personali. Ciascuno di noi friulani dev’essere geloso della propria personalità, e nello stesso tempo rispettoso di quella altrui”.

Oggi non esiste più il ruolo di Aquileia, ma tutti noi – come ha detto ieri l’Arcivescovo di Udine a Sappada, dove abbiamo commemorato ufficialmente la Festa della Patria del Friuli – dobbiamo ritenerci il fulcro di questa parte del Vecchio Continente. Una regione che non è più area di confine, bensì baricentro, cuore pulsante della nuova Europa, esempio di convivenza pacifica delle tre grandi famiglie culturali europee.

Mai prima di oggi – ha concluso Iacop – i confini sono stati così valicabili. Le distanze sono state annullate e i muri fisici abbattuti. Ora i limiti da superare si trovano nelle coscienze di alcuni. È necessario che questi confini siano cancellati, senza però appiattirsi in un’omologazione incondizionata delle culture, ma preservando quegli aspetti che rendono speciale il nostro territorio.

Il 3 aprile 1077 il Patriarca Sigeardo riceveva da Enrico IV la guida della Patria del Friuli: oggi tutto il Friuli deve ritrovare in se stesso quell’identità che gli permetta di confrontarsi con l’Europa portando in dote quella specialità fatta di lingua, storia, tradizioni e cultura che fanno della nostra una Patria, né piccola, né grande: semplicemente la Patria del Friuli.

CR: borsa di studio Ufficio presidenza per Fieste de Patrie dal Friul

(ACON) Trieste, 3 apr – AB – L’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale del FVG ha assegnato a Martina Basana, studentessa dell’Università di Udine, la borsa di studio indetta in occasione della celebrazione della Fieste de Patrie dal Friul.

La ricerca ha sviluppato un’analisi dell’attuale disciplina del governo locale in Friuli Venezia Giulia sotto i profili costituzionale e amministrativo focalizzando l’attenzione, in particolare, sui possibili scenari che potrebbero aprirsi dopo l’abolizione delle Province, sostituite con un nuovo soggetto di area vasta.

Foto Montenero

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