«Gibelli racconta una verità tutta sua, il mancato sostegno alla Fondazione ha portato alle dimissioni di Zanardi Landi»
TRIESTE 01.04.21 «La valorizzazione sistematica del sito archeologico di Aquileia avviata negli anni scorsi, non solo non ha nulla a che fare con l’attuale Giunta regionale, ma proprio in questo esecutivo ha trovato il principale ostacolo al suo sviluppo, cosa che ha portato alle dimissioni del presidente della Fondazione Aquileia». Lo afferma il consigliere regionale del Pd, Franco Iacop commentando recenti affermazioni dell’assessore regionale alla Cultura, Tiziana Gibelli relative al sito archeologico di Aquileia.
«L’assessore Gibelli racconta una verità tutta sua, che non corrisponde a quello che è realmente accaduto ad Aquileia in questi anni. Sembra infatti affermare che solo dopo il suo arrivo si è avviata un’azione concreta sul sito archeologico. La costituzione della Fondazione ha consentito negli anni, in particolare sotto la guida di Zanardi Landi, di avviare le due azioni fondamentali che sono al centro della promozione integrata di Aquileia e che oggi Gibelli pare aver intuito. Si tratta di due azioni che hanno riguardato da una parte la creazioni di eventi e mostre di carattere internazionale (collaborando con il Bardo di Tunisi, il museo Nazionale di Tehran, il Museo Nazionale di Belgrado, il Kunsthistorisches Museum di Vienna), che hanno raccolto le diverse evidenze storiche e archeologiche e sottolineato la dimensione multiculturale del sito. Dall’altro la Fondazione ha rafforzato l’azione sistematica di scavi, in collaborazione con ben quattro Università, e avviato le valorizzazioni dei siti archeologici (il sepolcreto, la domus e palazzo episcopale, la domus di Tito Macro, l’acquisizione del cosiddetto decumano di Aratria Galla), che rientrano nell’ampio progetto riassunto nel protocollo di intesa tra Regione e ministero dei Beni culturali». Secondo Iacop, «sentire ora che l’azione di valorizzazione di Aquileia sia sostanzialmente partita con la spinta dell’assessore Gibelli, è assurdo: resta un fatto innegabile che uno dei motivi principali delle dimissioni del presidente Zanardi Landi è stato proprio il mancato supporto della Regione, e in particolare dell’assessorato alla Cultura, alla Fondazione, che in linea con le sue finalità statutarie si era proposta per coordinare la progettazione e gestione dei lavori da finanziare con gli ingenti fondi ministeriali stanziati già nel 2018. Affermare poi che un intervento fondamentale per la piena valorizzazione del sito sia la variante alla strada regionale e l’estensione della rete banda larga, significa che non c’è affatto la necessaria visione riguardo alla fondamentale opera di promozione nazionale e internazionale che gli eventi organizzati dalla Fondazione hanno rappresentato per la conoscenza e la frequenza turistica del sito, assieme all’apertura di alcune rilevanti evidenze archeologiche a partire dalla Domus di Tito Macro».